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50 anni fa moriva Jimi Hendrix: un documentario ricorda l’icona rock

Jimi Hendrix

“Potente, sensuale, geniale”. Così lo descrive chi ha avuto la fortuna di conoscere Jimi Hendrix, il più grande chitarrista della storia del rock. Il film Here my train a comin, vincitore di un Emmy Award, è disponibile su Arte in Italiano.

Il 18 settembre 1970, esattamente 50 anni fa, Jimi Hendrix fu trovato senza vita nell’appartamento che aveva affittato al Samarkand Hotel di Londra: un cocktail di alcol e tranquillanti, un improvviso conato di vomito e la morte per soffocamento. Aveva 27 anni, era all’apice della sua carriera, e con la sua scomparsa entrava a far parte del cosiddetto Club 27: una lunga lista di artisti morti ad appena 27 anni. Presto lo avrebbero seguito Janis Joplin, Jim Morrison e, qualche anno più tardi, Kurt Cobain.

“Ci sono grandi chitarristi alla fine degli anni ’60, ma nessuno si è spinto oltre i limiti come lui”. Due esibizioni, in particolare, sono impresse nell’immaginario collettivo: al festival di Monterey nel 1967, in cui diede fuoco alla sua chitarra, e a Woodstock ’69, quando reinterpretò l’inno nazionale statunitense. Il film di Bob Smeaton, vincitore di un Emmy Award, è disponibile su Arte in italiano fino al 16 novembre 2020. Attraverso interviste, filmati inediti di concerti e testimonianze di parenti e amici (tra cui quella di Paul McCartney), la pellicola ricostruisce vicenda umana e professionale dell’icona del blues-rock psichedelico.

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