La Casorati, nota storica e critica d’arte, si è imposta con voto quasi plebiscitario sulle altre candidate Claudia Alliata di Villafranca e Vita Segreto
Sembra aver trovato una soluzione la lunghissima querelle che ha investito l’Accademia di Belle Arti di Roma, in occasione della nomina del nuovo direttore per il triennio 2020/2023. Nelle votazioni svoltesi – regolarmente, poi si vedrà perché è opportuno specificarlo – il 15 e 16 settembre è infatti risultata eletta Cecilia Casorati. Nota storica e critica d’arte, che si è imposta con voto quasi plebiscitario sulle altre candidate Claudia Alliata di Villafranca e Vita Segreto.
Nota a margine: la direzione di una delle più importanti accademie italiane resta dunque cosa femminile, visto che le tre candidate concorrevano per rimpiazzare la direttrice uscente, Tiziana D’Acchille. Una notizia comunque ottima: visto che l’indiscutibile spessore culturale della neoeletta servirà sicuramente a riportare il sereno in un’istituzione che proprio in questo avvicendamento alla guida è stata travolta da una vera e propria bufera. Lo scorso anno, infatti, le elezioni erano state terremotate dalle polemiche dopo che una professoressa di seconda fascia, Dalma Frascarelli, era stata prima ammessa come candidata e poi esclusa, su parere del Miur.
Le votazioni si erano comunque svolte, ma su 113 aventi diritto al voto solo 41 avevano votato per l’elezione del nuovo dirigente. Quindi senza che si raggiungesse il quorum della metà più uno necessario per la validità del voto. Era iniziata una fase di stallo, che per un breve periodo – dall’8 aprile al 26 maggio 2020 – aveva visto nominato direttore Andrea Lelario. Risultato vincitore nella votazione “incriminata”, per poi dimettersi davanti al boicottaggio di gran parte dei docenti.
Ora dunque l’elezione della Casorati, che si spera ponga fine alle schermaglie. Anche se la vicenda rischia di essere disturbata da un episodio che in breve ha fatto il giro dei social network. Nella riunione in cui i candidati presentavano i propri programmi, una professoressa ha chiesto la loro opinione sul ruolo dell’Accademia rispetto alla “formazione di persone che possano essere inserite nel mondo del lavoro”. E Cecilia Casorati – risulta dal verbale della riunione – ha risposto che “la vera vocazione dell’Accademia è l’arte, che non è propriamente un lavoro”. Senza ulteriormente contestualizzare l’affermazione. Quello dell’artista NON è un lavoro? Questo messaggio una direttrice vuole trasmettere ai suoi studenti?