“Nel mio mondo, ogni essere umano è bello. È la gentilezza e ciò che trasmette ad essere è bello. Non il corpo, che è un involucro”. Nel video della Tate, la storia di Zanele Muholi, attivista politica visiva.
In mostra alla Biennale di Venezia 2019, dove i grandi scatti in bianco e nero punteggiavano l’Arsenale, Zanele Muholi (1972) mescola politica, stereotipi, questioni di genere e la recente storia del Sud-Africa dal punto di vista LGBTI. La sua pratica spazia dalla fotografia al video, passando per l’installazione.
È stata tra i finalisti della Deutsche Börse Photography Foundation Prizenel 2015 e ha ricevuto l’Infinity Award dall’International Center of Photography di New York nel 2016. Infine, si è aggiudicata un Chevalier dell’Ordre des Arts et des Lettres e una borsa onoraria dalla Royal Photographic Society nel 2018.