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Pittura al femminile: Sofonisba Anguissola, Lavinia Fontana e Artemisia Gentileschi

Artemisia Gentileschi

Tre pittrici riscoperte nel secolo scorso e diventate il simbolo della pittura al femminile. La storia di Sofonisba Anguissola, Lavinia Fontana e Artemisia Gentileschi nel documentario La rinascita delle pittrici dimenticate disponibile su Arte in italiano.

Per effetto di una grave e secolare discriminazione, gli uomini sono stati protagonisti indiscussi della storia dell’arte. Le donne, infatti, erano relegate alle faccende domestiche e familiari, o comunque sempre in posizione subalterna all’uomo. Gli artisti erano invece liberi professionisti che viaggiavano per l’Europa procacciando commissioni: un lavoro considerato per soli uomini. Non c’era legge che vietasse alle donne di diventare pittrici, ma era una strada tortuosa che le avrebbe poste contro tutto e contro tutti.

Ad accettare la sfida furono tre donne in particolare. La prima, Sofonisba Anguissola (1532-1625), ebbe la fortuna di avere un padre che le concesse lo studio della pittura. Raggiunse la fama trasferendosi presso la corte di Filippo II di Spagna. La seconda, Lavinia Fontana (1552-1614) era figlia del pittore bolognese Prospero Fontana. Fu la prima donna a dipingere una pala d’altare nell’Europa cattolica e divenne apprezzatissima presso la corte papale. Infine, Artemisia Gentileschi (1593-1653) è ricordata sia per le sue opere di stile caravaggesco, che per la sua vita. La pittrice romana affrontò generi decisamente lontani dalla pittura a cui altre donne si erano avvicinate fino a quel momento, dedicandosi ai soggetti sacri e storici.

Le loro storie sono nel documentario La rinascita delle pittrici dimenticate di Hilka Sinning, disponibile su Arte in italiano fino al 18 dicembre 2020.

Artemisia Gentileschi, Autoritratto come allegoria della Pittura, 1638-39

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