I reperti rinvenuti a Saqqara risalgono al tardo periodo dell’antico Egitto, circa dal VI o VII secolo a. C., oltre 2.500 anni fa
“Abbiamo aperto alcuni dei sarcofagi, e abbiamo trovato mummie intatte al loro interno. Appartengono a prelati e alti funzionari. Per ora possiamo dire che il sito è molto promettente“. È lo stesso ministro egiziano del turismo e delle antichità Khaled al-Anany ad annunciare una delle più importanti scoperte avvenute in Egitto negli ultimi decenni: quella di 59 sarcofagi di legno, perfettamente conservati, ritrovati a Saqqara, la celebre necropoli dell’antica capitale egiziana di Menfi, a sud del Cairo.
Le bare sono state rinvenute in tre pozzi funerari a diverse profondità, dai 10 ai 12 metri. Nella zona dove è venuta alla luce anche la piramide a gradoni di Djoser, la più antica costruzione in pietra della storia. “Ci sono ancora decine di bare nei pozzi funerari del sito”, ha aggiunto il ministro, precisando che i reperti rinvenuti risalgono al tardo periodo dell’antico Egitto, circa dal VI o VII secolo a. C., oltre 2.500 anni fa.
I sarcofagi policromi e riccamente decorati si presentano perfettamente sigillati, ed alcuni che sono stati ispezionati internamente presentano mummie pressoché intatte. “Nei pozzi di sepoltura di Saqqara sono state trovate anche dozzine di statue, inclusa una statua in bronzo dell’antico dio egizio Nefertum“, ha aggiunto il segretario generale del Consiglio supremo delle antichità egiziane Mostafa Waziri. Una volta restaurati, questi reperti saranno ospitati nel Grande Museo Egizio, la cui apertura è prevista per il 2021.