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Lo spazio come santuario. Kassapis, Urrutia e Costa alla MAAB Gallery di Milano

Veduta della mostra alla galleria MAAB di Milano Veduta della mostra alla galleria MAAB di Milano
Veduta della mostra alla galleria MAAB di Milano
Veduta della mostra alla galleria MAAB di Milano

Alla galleria MAAB di Milano una mostra affronta la questione delle possibili attualità relazionali tra l’arte della pittura e il Mondo

L’attualità della pittura nella ricerca contemporanea indaga il dentro-fuori dell’opera. Le opere presentate fino al 4 dicembre presso la galleria MAAB di Milano – a cura di Massimiliano Scuderi – pongono la questione delle possibili attualità relazionali tra l’arte della pittura e il Mondo, oltre gli stili e le diatribe su questi.
Come Vito Acconci era ispirato concettualmente nella realizzazione di alcuni video e performance dai film noir degli anni cinquanta e sessanta, così la pittura di oggi indaga, oggi come ieri, altri ambiti disciplinari per costruire strategie, situazioni, simulacri di simulacri o simulacri di presenza, per dirla con Jean Baudrillard o Franco La Cecla o Paul Virilio. Arte come artificio, inganno e viatico di esami più profondi del dato percettivo, emotivo, in vista di un orizzonte esistenziale dell’essere pittori oggi.
La galleria MAAB, situata nel centro di Milano, è lo spazio ideale per far si che i lavori dei tre artisti dialoghino in perfetta sintonia tra di loro. Lo spazio si presenta come una sorta di santuario, in cui i lavori vengono disposti in maniera lineare, creando un continuum narrativo tra le diverse realtà che vengono raccontate.

 

Veduta della mostra alla galleria MAAB di Milano
Veduta della mostra alla galleria MAAB di Milano

Le opere, poste principalmente su uno dei piani della galleria, esprimono la necessità dell’arte contemporanea di utilizzare la pittura per parlare del mondo, un mondo fatto di mercificazione, ma anche di silenzi assordanti. In un momento di pandemia, in cui abbiamo l’obbligo del distanziamento e dell’utilizzo di una mascherina, l’inaugurazione di mostre, ci da la possibilità di sentirci di nuovo parte di qualcosa, sottolineando ancor di più la necessità dell’uomo di relazionarsi con la realtà che lo circonda e anche con l’altro.
Andreas Ragnar Kassapis (Atene 1981) presenta una serie di lavori intitolati Impostors (2019) in cui mette in luce il suo interesse per i cataloghi e le vetrine di prodotti, e in generale per il design richiamando temi Benjaminiani sulla fascinazione che le ‘merci’ esercitano su di noi e su una progressiva vetrinizzazione e estetizzazione dell’essere al mondo ‘anche’ come consumatori di beni, di servizi, di emozioni. Nei lavori dell’artista è presente una sorta di ossessione nei confronti del ‘prodotto’ che viene quindi riprodotto tramite la pittura, cercando di osservarlo, sedurlo e possedere.
Alain Urrutia (Bilbao 1981), della sua opera colpisce soprattutto la “impenetrabilità emotiva”, lavori che rivelano e testimoniano di silenzio paziente, di un lavoro quotidiano, di una rarefazione che lascia trasparire una facile leggibilità retinica che si scontra con l’ambiguità del tema, e se ben rappresentato un oggetto vale l’altro, lasciando percepire che Alain sta uscendo in maniera sperimentale ma decisa, dalla sola ‘forma quadro’ come produzione artistica, recuperando il suo antico amore per l’installazione e l’intervento plastico nello spazio tridimensionale. L’installazione rende infatti tangibile l’evoluzione del lavoro dell’artista, mantenendo comunque un rigore stilistico ma offrendo un nuovo livello di lettura.
Altra forma muta quella del giovane siciliano Giuseppe Costa (Palermo 1980) che propone i suoi paesaggi iconici, i quali rimandano alle incisioni di antiche lacche cinesi. Questo effetto tecnicamente realizzato a grafite con una raffinata quanto delicata tecnica di luce/ombra, esprime una pittura niente affatto decorativa o virtuosistica ma che anzi, testimonia tempo dedicato e grande capacità con un eterno richiamo alle vicende del Mediterraneo che è un mare ma anche un cimitero subacqueo.

http://www.artemaab.com/

Noemi Mirata

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