Print Friendly and PDF

Voci dal Barco Ducale di Urbania. Il caos ordinato di Bruno Fantelli, grovigli di mostri pittorici

Bruno Fantelli, La fuga bestiale, olio su tela, 30 x 40 cm, 2019
Bruno Fantelli, La fuga bestiale, olio su tela, 30 x 40 cm, 2019

Dubbi, incertezze, paure. Ma soprattutto network, confronti, legàmi. A seguito del lockdown da Covid 19, l’esigenza di molti artisti emergenti e operatori nel settore artistico era quella di ripartire. Elisa Mossa e il gruppo OTTN hanno creato BAR.co, un progetto di arte contemporanea presso il complesso storico di Urbania (PU). Abbiamo intervistato i 12 artisti protagonisti della residenza artistica, durata circa due settimane.

Bruno Fantelli (Cles, 1996)

Presentazione e approccio all’arte.

Ho iniziato ad approcciarmi all’arte da piccolo. Disegnavo sempre e così ho continuato. A Trento mi sono formato presso il Liceo Artistico, poi all’università ho studiato presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Il mio professore di pittura, Carlo Di Raco, mi ha aiutato nel percorso formativo permettendomi di lavorare a stretto contatto con altri pittori. Da lì sono avvenute contaminazioni e insegnamenti tecnici.

Bruno Fantelli

La tua pittura, le tue creazioni.

Di solito il medium che prediligo è quello pittorico, ma qui in residenza sto sperimentando la ceramica, alla quale volevo avvicinarmi da tempo. Quando lavoro con la pittura di norma produco quadri molto caotici: mi piace agglomerare immagini che prendo dalla televisione, libri, riviste, artisti che stimo, personaggi della mia vita quotidiana. Mi piace creare cumuli caotici di immagini in cui spesso è presente la figura del mostro che si aggroviglia ad un’altra immagine. Il bombardamento di immagini quotidiano (media, pubblicità, telefono), le tematiche sociali e le provocazioni ironiche sono alla base della mia arte. Ora sto lavorando sul tema dello squalo e delle crociere che transitano nelle acque veneziane. Mi piacerebbe creare una grande installazione con questo soggetto.

Come sei arrivato a Urbania?

Giorgia, dopo uno studio visit, ha visto i miei lavori e ha deciso di chiamarmi.

Cosa stai producendo in questa residenza?

Squali in terra cotta smaltati.

Bruno Fantelli, Squalo, ceramica

Parlami del tuo lavoro.

All’interno del mio lavoro esiste una spiccata volontà narrativa di cui il mondo è protagonista. Cercando di abbandonare un ordine prestabilito, ho costruito la mia iconologia, fatta tanto di quel cibo spazzatura che sono le riviste e la televisione, quanto ispirata dalla pittura solida dei grandi maestri. Questa moltitudine di immagini si traduce in caos, che cerco di mettere in moto permettendo a questi mondi di accendersi con un guizzo e di fondersi. Cerco di tracciare delle mappe, inserire dei perni, per permettere allo spettatore di trovare degli elementi riconoscibili.

Ricorro spesso all’umorismo per la trattazione dei temi. Di solito attribuisco tratti grotteschi a personaggi sgradevoli. L’umorismo ammorbidisce il tutto, conferendo alla vita un tocco ordinario. Sdrammatizzare tutto quello che è immondo. Quello che spesso propongo è una lista figurativa, il suggerimento di un’idea di infinito, la rappresentazione di qualcosa di immensamente grande: l’elenco come esempio, come accenno, lasciando immaginare il resto allo spettatore. L’elencazione placa la nostra ansia e nasconde la necessità di orientarci nel mondo.

Bruno Fantelli, Party Hard, olio su tela, 110 x 130 cm, 2018

Cosa ti ha lasciato questa residenza?

L’esperienza al Bar.co è stata molto produttiva. Le organizzatrici, sono riuscite a unire un gruppo di promettenti giovani artisti, facendoli lavorare assieme. Inoltre, avere a disposizione un laboratorio con tanta argilla, i forni e una persona così disponibile come Orazio (esperto ceramista di Urbania) mi ha consentito di lavorare molto su un progetto che avevo in mente da tempo: realizzare un gran numero di sculture per una futura installazione.

 

Commenta con Facebook