Contemporary Archaeology mette in dialogo due artiste – Anastadia Bay (Parigi, 1988) e Habima Fuchs (Ostrov, 1977) – fondendo i due universi espressivi negli spazi di G / A R T / E N, a Como.
È nel dettaglio minimo che si sviluppa il senso dionisiaco di un falso ossimoro, la possibilità di generare un universo dove ogni componente si muove ibrida fra senso primo e rimando raffinato. Contemporary Archaeology mette in dialogo due artiste – Anastadia Bay (Parigi, 1988) e Habima Fuchs (Ostrov, 1977) – fondendo due universi espressivi in un luogo studiato in ogni particolare, in una città dove l’archeologia da antica si fa contemporanea, dove un parcheggio coperto a pagamento convive con ampi resti romani. Il tema è sviluppato e ampliato nel testo critico che accompagna la mostra – realizzata presso gli spazi comaschi di G / A R T / E N – dove Domenico De Chirico conduce il lettore verso un universo foucaultiano che si distacca dalla nostra società delle superfici per indurci a scavare in profondità nel pensiero umano e nella coscienza collettiva.
L’esposizione realizza un grande ambiente organico dove il pavimento alla veneziana diviene estinto fondale oceanico, da cui si erge un sistema collinare di sabbia che ospita le sculture di Habima Fuchs, isole bloccate nel tempo, in bilico fra vita organica e vita fossile. Alzando lo sguardo verso le pareti, figure in pose plastiche circondano lo spazio, il dinamismo del tuffatore avvalora l’ipotesi marina ma sviluppa in noi un ricordo archeologico, rimanda alle pitture realizzate in antichità sulle superfici fittili. I dipinti di Anastadia Bay mettono in relazione la figura umana con lo spazio, indagano i movimenti e il rapporto con la pittura del passato, con le possibilità di rappresentazione del movimento di un corpo. Ma è solo uscendo dallo spazio espositivo che tutto raccoglie un senso fra realtà e sovra-lettura. La sede comasca presenta delle grandi vetrate e dei pilastri interni. Non siamo più sulle sponde del romantico lago del nord ma più a sud, lungo la penisola; la sensazione è quella di ammirare una tomba etrusca, un mondo a noi lontano che appare vicinissimo.
Nella nostra epoca da display forzati, Contemporary Archaeology si pone come dispositivo organico che permette differenti livelli di fruizione e lettura del processo culturale ed estetico proposto. Una mostra avvolgente, che fa esplodere tutti i sensi concedendoci la possibilità di un distacco solo visivo, un progetto che è attuale in quanto ideato con ampio sguardo, senza dominanze prestabilite e senza diventare “fiera in galleria” con bellissime opere su orrende basi o stese su pareti bianche. Non un freddo dialogo fra artisti ma una fusione di concetti nel rispetto delle singole autotomie che ci conduce verso una riflessione sul nostro presente, inserendoci in una corrente attuale di ricerche sul contemporaneo che esplode in contemporanea, a pochi chilometri di distanza, nei potenti spazi di Hangar Bicocca dove Trisha Baga – all’interno della mostra the eye, the eye and the ear, curata da Lucia Aspesi e Fiammetta Griccioli – utilizzando un registro linguistico completamente diverso, conduce il fruitore in un universo di oggetti mollemente fossilizzati, all’interno del suo appartamento, in un immaginario personale e collettivo.
Fra natura e storia, Contemporary Archaeology presenta a Como, fino al primo novembre, un mondo colto e delicato, accende un viaggio e una riflessione che porta dalla superficie in profondità, dalla velocità a una calma indispensabile per riflettere su di noi e sul nostro futuro.
Questo contenuto è stato realizzato da Marco Roberto Marelli per Forme Uniche.
Informazioni
Anastadia Bay, Habima Fuchs
Contemporary Archaeology
Testo critico di Domenico De Chirico
12 settembre – 01 novembre 2020
G / A R T / E N – Via Anzani 25A – Como
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