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Voci dal Barco Ducale di Urbania. Il mondo “invisibile” di Giacomo Gerboni: luce, natura, magia

Giacomo Gerboni, Notizie sulle morti da caduta
Giacomo Gerboni, Sono qui per te

Dubbi, incertezze, paure. Ma soprattutto network, confronti, legàmi. A seguito del lockdown da Covid 19, l’esigenza di molti artisti emergenti e operatori nel settore artistico era quella di ripartire. Elisa Mossa e il gruppo OTTN hanno creato BAR.co, un progetto di arte contemporanea presso il complesso storico di Urbania (PU). Abbiamo intervistato i 12 artisti protagonisti della residenza artistica, durata circa due settimane.

Giacomo Gerboni (Parma, 1990)

Parlami di te, della tua arte, della tua formazione

Mi sono formato all’Accademia di Belle Arti di Bologna in decorazione, indirizzo arte e ambiente. Il corso era incentrato sull’arte visiva e qui ho iniziato a sperimentare vari media. Successivamente alla laurea ho girovagato un po’ per l’Europa. Tornato in Italia ho deciso di iscrivermi allo IUAV di Venezia. In quell’occasione ho avuto la fortuna di avere uno studio all’interno della Fondazione Bevilacqua La Masa. Nel 2018 ho terminato gli studi e sono tornato a Parma, dove vivo e lavoro stabilmente.

I miei ultimi progetti sono legati all’installazione: di solito utilizzo materiali grezzi come tronchi, sassi, terra, ecc. Nell’ultimo anno ho affiancato a questi elementi delle scritte luminose, composte da lampadine da Luna Park, dalla particolare forma di diamante. Tutto è partito l’anno scorso dopo una residenza ad Abano Terme, in provincia di Padova, con la Fondazione Ca’ Foscari. Dovevo eseguire un lavoro permanente all’interno di un albergo termale ed era un po’ di tempo che volevo realizzare una scritta luminosa.

Giacomo Gerboni

Oltre agli elementi naturali, la parola scritta sta diventato un punto fisso che reimpiego nelle mie varie pratiche: la imprimo con un timbro tascabile che ho sempre con me, tramite una performance intima, sulle persone che incontro. Sono slogan molto corti con un messaggio semplice e positivo, come una specie di incantesimo. Il magico ha una rilevanza particolare nella mia ricerca, essendo interessato all’invisibile, parola che preferisco a “spirituale” perché sento meno carica di giudizio e più concreta.

Hai dei progetti futuri in cantiere?

Ho vinto un bando a Parma, che quest’anno e anche il prossimo sarà Capitale della Cultura. Farò un’installazione in un parco pubblico, una grande catapulta che inaugurerà a giugno 2021.

Com’è stata la tua esperienza al Barco Ducale, come sei arrivato in questo luogo e che cosa hai portato con te dopo questa esperienza?

Sono arrivato in residenza con tantissime idee. Volevo ragionare sulle credenze e sulle false convinzioni, ispirato da un articolo sulla possibilità che i dinosauri fossero provvisti di piume. Attualmente sto producendo delle ossa in terracotta bianca, in particolare dei denti a due punte, forme che non esistono, ma verosimili, che appaiono come una scoperta archeologica. Con l’aiuto di Orazio (esperto ceramista della zona che ci segue costantemente in laboratorio) stiamo sperimentando tecniche e terre particolari che ricordano molto le ossa. Sta diventando una bella occasione per imparare e sperimentare nuovi materiali.

Giacomo Gerboni, Notizie sulle morti da caduta

Come avviene il tuo personale processo creativo?

Credo di avere due tipi di processo creativo, entrambi partono da un’intuizione che non mi è del tutto chiara. Il primo è quello da studio e più legato alla pittura, in cui lavoro di pancia e in cui sperimento senza sapere come sarà l’opera finale, seguo degli indizi che mi portano un po’ dove vogliono loro. Il secondo è legato alla progettazione, principalmente delle installazioni. Fin da subito so come sarà l’opera finale, ma in questo caso sono i significati che si stratificano durante il processo: in fase di realizzazione e di esposizione l’opera pian piano si rivela.

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