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Il monumentale Obelisco per Cleopatra di Pomodoro domina Soliera. Il borgo celebra lo scultore

Obelisco per Cleopatra, 1989-2008, Corten e bronzo, 14 × 1,40 × 1,40 m, Piazza Lusvardi, Soliera (Mo), ottobre 2020, Foto Fotostudio Solierese
Arnaldo Pomodoro. {sur}face. Installation view. Ph. MAMA

Prologo, parodo, episodi, stasimo, esodo. Qualcuno disse che una mostra d’arte, per essere ben fatta, dovrebbe rispettare i cinque elementi della tragedia greca. Il pannello che precede l’inizio della mostra fungerà, come il prologo nel teatro, per informare il pubblico sugli antefatti. Segue il parodo, momento in cui il coro entra in scena. Gli episodi, ovvero le sale in cui è suddivisa la mostra, contengono i dialoghi fra gli attori e sono intervallati da stasimi, commenti agli avvenimenti. Raggiunto l’akmè, il momento di pathos più alto della tragedia (la sala culmine della mostra) c’è l’esodo, il canto d’uscita del coro, il termine dell’esposizione.

Il Castello Campori di Soliera (Mo), simbolo storico-architettonico della città, conferma la propria vocazione al contemporaneo con Arnaldo Pomodoro {sur}face, mostra personale di uno dei più grandi scultori viventi che ha segnato profondamente la seconda metà del Novecento italiano.

Arnaldo Pomodoro. {sur}face. Installation view. Ph. MAMA

Il titolo della mostra, tra parentesi graffe, ne evidenzia il doppio livello di lettura. Surface, in inglese superficie e face, volto, raccontano un aspetto inedito dell’artista, l’uomo prima dell’opera, attraverso un percorso che affonda le proprie radici nelle esperienze teatrali (risalenti agli anni ’50), luogo di ricerca e di grande libertà creativa.

<< I progetti scenici, le grandi opere e le installazioni ambientali – spiega il curatore Lorenzo Respi – sono le testimonianze tangibili che l’uomo-artista ha cercato instancabilmente la complessità della realtà nelle forme perfette, corrodendole con un potente segno informale, istintivo ma sempre razionale, in grado disvelare l’inganno dei sensi quando la vita è vissuta solo superficialmente. {sur}face è un viaggio in timelapse nell’interiorità di Arnaldo Pomodoro alla scoperta delle passioni che hanno stimolato la sua creatività e orientato il suo sguardo critico verso la vita e la storia […]».

Obelisco per Cleopatra, 1989-2008, Corten e bronzo, 14 × 1,40 × 1,40 m, Piazza Lusvardi, Soliera (Mo), ottobre 2020, Foto Fotostudio Solierese

Sette sale espositive e un percorso articolato in due parti ripercorrono la vita di Pomodoro a partire dalla messinscena per La passione di Cleopatra di Ahmad Shawqi sui ruderi di Gibellina (1989), corredata dai costumi di scena originali, disegni preparatori, bozzetti scenografici, fotografie e video dello spettacolo. La seconda parte della mostra racconta la genesi di Ingresso nel labirinto, opera ambientale di 170 mq circa, iniziata nel 1995 e costruita in fiberglass patinato con foglia di rame nei sotterranei dell’edificio ex Riva-Calzoni di Milano (già sede della Fondazione Arnaldo Pomodoro).

L’ultima sala contiene il Labyr-Into, una delle prime applicazioni immersive in Italia nell’ambito dell’arte contemporanea e la prima in assoluto dedicata ad un’opera di Arnaldo Pomodoro, basata sulla tecnologia Gear’VR’ e ‘Oculus’RifT. Il progetto (di Oliver Pavicevic e Steve Piccolo) costituisce una libera interpretazione di Ingresso nel labirinto in versione 3D. Il progetto prevede, infine, l’allestimento di una sala interamente dedicata ai più piccoli, dotata di supporti didattici audio e video, visite guidate e laboratori didattici curati dal Dipartimento Educativo della Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano.

Arnaldo Pomodoro. {sur}face. Installation view. Ph. MAMA

Siamo all’esodo, con l’Obelisco per Cleopatra. Concesso dallo stesso Pomodoro in comodato d’uso gratuito per 3 anni al Comune di Soliera, l’obelisco è alto 14 metri e pesa 9 tonnellate, progettato nel 1989 come macchina scenica per la messinscena della Cleopatra e realizzato nel 2008 in acciaio corten e bronzo. La peculiarità della scultura, composta da tre enormi blocchi impilati e imbullonati, è quella di cangiare il proprio colore e composizione chimica al variare delle stagioni e degli agenti atmosferici. L’acciaio corten infatti, è una speciale lega che più arrugginisce e più si rinforza. Le quattro facce verticali illustrano dei simboli che rimandano ai geroglifici egizi, liberamente re-interpretati dall’inconfondibile segno informale dell’artista. Nella sala consiliare del Comune di Soliera, in concomitanza con la mostra, sarà infine esposta l’opera di Emilio Isgrò, Open Up Arnaldo (2007), concessa anch’essa in comodato d’uso gratuito triennale dalla Fondazione Arnaldo Pomodoro e testimone del rapporto lavorativo e personale condiviso dai due artisti.

La mostra Arnaldo Pomodoro. {sur}face, realizzata con il supporto di Le Gallerie Shopping Center (mainsponsor), Esselunga e Granarolo, è accompagnata da un catalogo edito da All Around Art con testi di Arnaldo Pomodoro e Lorenzo Respi.

Arnaldo Pomodoro. {sur}face. Installation view. Ph. MAMA

L’esposizione beneficia del bando straordinario per la rivitalizzazione dei centri storici. È promossa dal Comune di Soliera e dalla Fondazione Campori, con il contributo della Regione Emilia Romagna. Prodotta da All Around Art in collaborazione con la Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano, l’esposizione è curata da Lorenzo Respi, membro del Comitato Scientifico della Fondazione Arnaldo Pomodoro.

Informazioni utili:

Arnaldo Pomodoro. {sur}face

A cura di Lorenzo Respi

Castello Campori, Piazza Fratelli Sassi 2, 41019 Soliera (Mo)

17 ottobre 2020 – 10 gennaio 2021

Inaugurazione: sabato 17 ottobre, ore 11.00 (prenotazioni: http://bit.ly/PrenotazioneInaugurazione)

Orari di apertura: sabato, domenica e festivi ore 9.00-13.00 e 15.00-19.30; prenotazione consigliata (http://bit.ly/PrenotazioneMostra)

Ingresso gratuito

Catalogo All Around Art con testi di Arnaldo Pomodoro e Lorenzo Respi

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