Print Friendly and PDF

Capolavori per Milano: due Adorazioni in arrivo da Perugia

Bartolomeo Caporali (Perugia 1420 ca. -1503 -05) Adorazione dei pastori 0lio su tavola, cm 162,5 x 218,8 x 6 Bartolomeo Caporali (Perugia 1420 ca. -1503 -05) Adorazione dei pastori 0lio su tavola, cm 162,5 x 218,8 x 6
 Bartolomeo Caporali (Perugia 1420 ca. -1503 -05) Adorazione dei pastori 0lio su tavola, cm 162,5 x 218,8 x 6

Bartolomeo Caporali (Perugia 1420 ca. -1503 -05) Adorazione dei pastori 0lio su tavola, cm 162,5 x 218,8 x 6

Benedetto Bonfigli e Bartolomeo Caporali sono i protagonisti dell’edizione 2020 di Un Capolavoro per Milano. Due capolavori del Quattrocento dalla Galleria Nazionale dell’Umbria approdano a Milano, al Museo Diocesano Carlo Maria Martini, dal 13 novembre 2020 al 7 febbraio 2021.

Tra gli appuntamenti immancabili dell’inverno ce ne è uno particolarmente atteso nella Milano artistica: Un Capolavoro per Milano. L’iniziativa che pone in contatto il capoluogo lombardo con la Galleria Nazionale dell’Umbria si rinnova anche nel 2020. La nuova edizione – curata dalla direttrice del Museo Diocesano di Milano Nadia Righi e Marco Pierini, direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia – pone in dialogo due tavole a tema natalizio provenienti da Perugia.

Dal 13 novembre 2020 al 7 febbraio 2021, il Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano ospita infatti due tavole di grandi dimensioni di due maestri del Quattrocento umbro: l’Adorazione dei Magi con san Giovanni Battista e san Nicola di Bari di Benedetto Bonfigli (1418/20-1496) e l’Adorazione dei pastori di Bartolomeo Caporali (1420 ca.-1503/05).

Grazie alle due tavole del Quattrocento umbro è possibile riflettere sul tema della nascita di Cristo, attraverso le iconografie della adorazione dei pastori e dell’adorazione dei magi. Il confronto tra le due grandi tavole permette anche di evidenziare il rapido evolversi del linguaggio artistico nella pittura Umbra, passando dalle eleganti forme ancora tardogotiche di Bonfigli a quelle ormai rinascimentali di Caporali.

 

Nadia Righi

 Benedetto Bonfigli (Perugia1418/20-1496), Adorazione dei Magi con san Giovanni Battista e san Nicola di Bari tempera su tavola, cm 186,5 x 167 x 1,5
Benedetto Bonfigli (Perugia1418/20-1496), Adorazione dei Magi con san Giovanni Battista e san Nicola di Bari tempera su tavola, cm 186,5 x 167 x 1,5

L’Adorazione dei Magi con san Giovanni Battista e san Nicola di Bari venne dipinta da Benedetto Bonfigli verso il 1466 su commissione del mercante Nicolò di Gaspare di Lello che, proprio in quegli anni aveva fatto erigere una cappella dedicata ai Magi nella chiesa di san Domenico a Perugia. La composizione sviluppa la vicenda da destra, direzione da cui provengono i magi, verso al sinistra, dove la Vergine di rosso vestita attende l’arrivo dei visitatori insieme a Giovanni Battista e Gesù. Curiosa la posizione di Giuseppe, che osserva in secondo piano dalla capanna, e la presenza di san Nicola di Bari, eponimo del committente. L’Adorazione dei Magi si completa con una predella composta da tre tavolette con Il Battesimo di Cristo, la Crocifissione e San Nicola salva tre condannati innocenti. Singolare inoltre la vicenda che ha visto l’opera scampare le requisizioni napoleoniche di inizio ‘800 per via del fatto che si trovava in una chiesa ancora officiata.

L’Adorazione dei pastori di Bartolomeo Caporali – commissionata dalle suore di Santa Maria di Monteluce e realizzata fra il 1477 e il 1479 – presenta invece una struttura opposta. Le figure dei pastori procedono da sinistra, in procinto di raggiungere la Sacra Famiglia posta al centro della scena. Le influenze che concorrono nell’opera sono molteplici: da quelle locali, come il Perugino, all’influsso fiammingo, passando dalla pittura fiorentina. Nella predella si riconoscono i santi Michele, Bernardino, Ludovico, Francesco, Chiara, Antonio, Girolamo. Al contrario della compagna, quest’opera fu requisita e portata a Parigi per essere esposta all’interno del Museo Napoléon di Parigi. La tavola ha fatto ritorno a Perugia nel dicembre 1817, per essere collocata nell’originaria ubicazione in Santa Maria di Monteluce, per poi approdare nel 1870 alla Galleria Nazionale dell’Umbria.

Commenta con Facebook