Il 23 ottobre 2020 all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino ha aperto la mostra di Carlo Giuliano: “L’eclettismo della ragione”, a cura di Edoardo Di Mauro.
La produzione dell’artista rappresenta l’unione tra il prototipo dell’eclettismo rinascimentale e l’estetica tardo novecentesca. La sua arte richiama la tipologia albertiana e leonardesca, seppur collegandosi a quello che è definito, in chiave moderna, evento artistico e all’importanza dell’interazione tra opera, ambiente e pubblico. Un’unione, quindi, tra passato e contemporaneità.
Le opere di Giuliano sono certamente “mentali” nella loro genesi, privilegiano in prima battuta il procedimento intellettuale che porta all’elaborazione del progetto. Questo si evidenzia dalla pulizia formale che le contraddistingue, dalla linearità geometrica che caratterizza il sapiente dosaggio degli spazi, dove il ritmo alterna pieni e vuoti, luci ed ombre.
Il ritmo rompe il segno rendendolo discontinuo, spezzato e alternato. Linee rigide si alternano a un tratto più curvilineo. La razionalità viene sostituita dalla casualità e il materiale diventa il protagonista indiscusso. La materia è messa al centro di tutto, nuda ed essenziale. La luce interviene in modo leggero e sottile, mai con scopi spettacolari, ma con il semplice obiettivo di collegare la mente dello spettatore all’interno dell’opera e di costruire una rete con le sue percezioni immaginative e sensoriali.
All’interno della mostra sono presenti anche lavori di scenografia realizzati per il Teatro Stabile di Torino dal 1976 al 1990. Scenografie che possiamo chiamare a tutti gli effetti opere d’arti. Non a caso, Carlo Giuliano si ispira all’arte barocca e tenta di conciliare l’arte secentesca con il rigore dell’espressionismo contemporaneo e con le avanguardie storiche.
In questa mostra, oltre a opere inedite, saranno esposti lavori allestiti nella grande antologica del 2019 a Palazzo Salmatoris a Cherasco. Il risultato è un viaggio nel tempo, esteso dagli anni Sessanta ai giorni nostri, un viaggio che testimonia quella che è un’altra componente fondamentale del suo lavoro: la duttilità nei materiali prescelti e la capacità di assemblarli con soluzioni formali mai ripetitive.