Dubbi, incertezze, paure. Ma soprattutto network, confronti, legàmi. A seguito del lockdown da Covid 19, l’esigenza di molti artisti emergenti e operatori nel settore artistico era quella di ripartire. Elisa Mossa e il gruppo OTTN hanno creato BAR.co, un progetto di arte contemporanea presso il complesso storico di Urbania (PU). Abbiamo intervistato i 12 artisti protagonisti della residenza artistica, durata circa due settimane.
Gianluca Ragni (Termoli, 1993)
Parlami di te e della tua formazione, quale il tuo processo creativo quando dipingi?
Ho studiato all’Accademia di Belle Arti di L’Aquila. Riesco a lavorare sempre solo quando dentro di me c’è del vuoto, dove niente possa interrompere il flusso delle cose.
Quali sono le tue impressioni sull’esperienza di residenza al Barco Ducale?
Questa residenza per me è importante, perché penso mi aiuti ad affrontare ostacoli, dubbi, problemi e a confrontarmi con i colleghi, pratica purtroppo non frequente. Il Barco è una residenza meravigliosa e abbiamo la fortuna, in Italia, di poter produrre in luoghi bellissimi come questo, dormendo all’interno di strutture spesso celate agli occhi del pubblico e questa è un’opportunità rara.
Da Pescara a Urbania. Com’è avvenuta la scelta di partecipare alla residenza? Che valore ha il tempo?
Elisa Mossa, durante uno dei suoi viaggi, ci ha incontrato tutti a Pescara (Lorenzo e Simone Camerlengo, Chiara Druda, Marco de Leonibus). Qui ha percepito quel calore, quella sincerità che circonda come un fuoco caldo le persone che parlano d’arte in maniera genuina. Così si è creato in modo spontaneo quel senso di serenità e complicità, ed eccoci qui invitati come ospiti ad assistere alla residenza già al completo da tempo. Dalle 10 di mattina alle 14 del pomeriggio e dalle 15 alle 19 senza pause, siamo riuniti in una tavola rotonda a discutere di tematiche riguardanti vari fattori che gravitano intorno all’arte.
Spesso mi sono soffermato a pensare al valore del tempo e a quanto solo questo possa determinare il valore di un artista. Niente ti piove addosso, puoi solo percorrere la tua strada e pazientare. Io associo spesso l’arte alla vita quotidiana. Mi chiedo solo se dopo la residenza ci sarà risonanza all’esterno, mi chiedo se abbiamo mosso qualcosa, se abbiamo soddisfatto qualche richiesta, qualche urgenza.