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Un Malkovich, tanti Malkovich. Il progetto di Sandro Miller in mostra a Trieste

Sandro Miller
Annie Leibovitz / Meryl Streep, NYC (1981), 2014 © Sandro Miller / Courtesy Gallery FIFTY ONE, Antwerp

In un gioco di ruoli e personaggi che ricorda Uno, nessuno e centomila, John Malkovich impersona in ogni scatto il soggetto di una celebre fotografia. È un omaggio che il fotografo statunitense Sandro Miller fa a trentaquattro maestri della fotografia che lo hanno ispirato nel suo lavoro. Il progetto Malkovich, Malkovich, Malkovich. Homage to Photographic Masters, è presentato per la prima volta in Italia dal Magazzino delle Idee di Trieste, fino al 31 gennaio 2021.

È dall’incontro tra lo straordinario talento mimico, se non camaleontico, di John Malkovich e l’abilità fotografica di Sandro Miller che nasce questo progetto: John Malkovich nelle vesti di Marilyn Monroe, Salvador Dalì, Mick Jagger, Muhammad Alì. O ancora, Meryl Streep, John Lennon e Yoko Ono, Andy Warhol, Albert Einstein, Ernest Hemingway. La loro collaborazione nasce nel 2013, quando Miller propose a Malkovich di interpretare alcune immagini dei maestri del ritratto fotografico come Albert Watson, Annie Leibovitz, Bill Brandt, Diane Arbus, Herb Ritts, Irving Penn, Pierre et Gilles, Richard Avedon e Robert Mapplethorpe, dopo ch’egli aveva notato una somiglianza tra Malkovich e Truman Capote. Un anno dopo, eccoli pronti a scattare, assistiti da un team di costumisti, truccatori, scenografi e direttori delle luci. In ognuno dei sessantuno ritratti, a colori e in bianco e nero, l’attore non muta solo espressione, ma anche sesso, età, divenendo uomo o donna, anziano o bambino, sensuale o enigmatico, cupo o gioioso.

Il successo del progetto si deve soprattutto alla straordinaria opera di immedesimazione compiuta da Malkovich che insieme a Miller rivisita soggetti e autori, stili e linguaggi diversissimi fra loro: diventa così Albert Einstein che mostra la lingua a Arthur Sasse (1951), Che Guevara ritratto da Alberto Korda (1960). E ancora, il maestro del brivido Alfred Hitchcock ritratto con ironia da Albert Watson, ma anche Jack Nicholson truccato da Joker per Herb Ritts (1988). Passa dal Self Portrait di Robert Mapplethorpe, al Piss Christ di Andrés Serrano (1987), dalla pop art di Andy Warhol a un’immagine volutamente frivola di Pierre et Gilles (1990) ideata per una campagna pubblicitaria di Jean Paul Gaultier. Fino al volto dolente della madre migrante, Migrant Mother (1936) di Dorothea Lange. Un progetto in grado di scrutare Irving Penn con Pablo Picasso (1957), Yousuf Karsh con Ernest Hemingway (1957), Diane Arbus con le gemelline (1967) più spaventose del nostro immaginario.

Ad arricchire il percorso espositivo tre ritratti non facenti parte del progetto originario che rappresentano Malkovich nei panni di Adolf Hitler (Hitler Green), di Papa Giovanni XXIII (Recreations), e impegnato in una rivisitazione del tema di Salomè con la testa del Battista (Head on Plate). Sono inoltre in mostra un video e le riproduzioni delle fotografie a cui Miller si è ispirato, così da permetterci di ripercorrere il processo creativo e di trasformazione e personificazione di Malkovich davanti all’obiettivo e sotto la direzione di Miller.

Albert Watson / Alfred Hitchcock with Goose (1973), 2014 © Sandro Miller / Courtesy Gallery FIFTY ONE, Antwerp

Informazioni

Magazzino delle Idee
Corso Camillo Benso Conte di Cavour, n.2 (Trieste)

Orari
Da martedì a domenica: 10.00 – 19.00
Il lunedì chiuso

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