Era il novembre 2016 quando l’imprenditore Donald Trump strappò a morsi la vittoria a Hillary Clinton e a breve sapremo se sarà riconfermato o se, come molti auspicano, dovrà cedere la poltrona presidenziale al candidato democratico Joe Biden.
Al di là dei risultati, che attualmente sembrano assegnare la vittoria a Biden, ciò che emerge da queste ultime elezioni è che il fenomeno del trumpismo è ancora vivo e ben radicato nel Paese, confermato anche dal fatto che molti elettori hanno dimostrato con il loro voto di sostenere il presidente uscente per un secondo mandato. Nel 2016 l’elezione di Trump scatenò un’ondata di proteste senza precedenti e oggi la situazione sembra destinata a ripetersi, con l’aggravante che ad alimentare il caos sembra essere proprio lo stesso presidente Trump, che da quando è iniziato il conteggio dei voti ha cominciato a parlare di frode elettorale, minacciando di volersi appellare alla Corte Suprema in caso di sconfitta. La condotta folle di queste ore è la dimostrazione lampante che Trump sia disposto a tutto pur di vincere. Questo non può stupire, dal momento che la linea politica seguita in questi quattro anni lo ha portato spesso a cavalcare l’onda dei consensi facendo promesse illusorie e difficilmente realizzabili, comportandosi come un abile demagogo.
Demagogue è proprio il titolo della canzone incisa dai Franz Ferdinand nel 2016 per «impedire a un certo demagogo di arrivare alla Casa Bianca», come ha tenuto a spiegare Frank Shepard Fairey, il noto street artist originario di Charleston meglio noto come Obey, che ha preso parte al progetto della band scozzese realizzando una serigrafia su carta che esplicita alla perfezione il senso del testo di Demagogue.
È un demagogo
Guarda la sua ascesa
È un demagogo
È fatalmente famoso
È un demagogo
Gioca con le mie paure […]
Sono parole dure quelle che si sentono ascoltando la canzone, parole che offrono un ritratto impietoso, ma reale, di Donald Trump. Nella serigrafia di Obey, anch’essa intitolata DEMAGOGUE, l’attenzione è focalizzata sulla bocca dilatata di un Trump mostrato nell’atto di arringare la folla con impeto e aggressività. L’artista ha rinunciato a ritrarre il volto del presidente per intero, preferendo soffermarsi sui pochi elementi ritenuti sufficienti a delineare l’immagine di un uomo narcisista e profondamente egocentrico, sempre a suo agio davanti ad un microfono come un moderno showman.
La preoccupazione che Trump possa vincere nuovamente queste elezioni ha portato Obey a mobilitarsi per tempo per convincere i concittadini ad andare a votare, sottolineando in un post Instagram quanto sia alta la posta in gioco in questo preciso momento: «se senti come me che Trump è terribile per l’America e il resto del mondo vota e dì la tua opinione». La riproduzione seriale di serigrafie su cui è riprodotta più volte la scritta VOTE!, con al centro il contenitore delle schede elettorali, è un monito utile a ricordare che la democrazia trova fondamento nella partecipazione attiva dei cittadini alla vita politica del Paese.
In una delle versioni serigrafiche realizzate in occasione della campagna presidenziale si trova infatti scritto WHEN WE ALL VOTE DEMOCRACY WORKS! (quando tutti votiamo la democrazia funziona). Come moltissimi suoi colleghi che fanno parte del mondo della street art, anche Obey ha imparato in questi anni a sfruttare pienamente le potenzialità espressive del suo lavoro affrontando con il suo personale linguaggio grafico tematiche delicate e attuali.
Il suo coinvolgimento con la politica non è una novità, ma una tradizione inaugurata in concomitanza alla campagna elettorale di Barack Obama per le elezioni presidenziali del 2008. In quell’occasione Obey realizzò una serigrafia disegnando il volto leggermente stilizzato di Obama, sotto il quale furono aggiunte parole cariche di positività, come HOPE (speranza), PROGRESS (progresso) e CHANGE (cambiamento), nelle quali erano racchiuse le grandi speranze e aspettative che gli elettori democratici avevano verso quel giovane candidato che gradualmente andava raccogliendo sempre più consensi. Le stampe di Obey furono accolte dai sostenitori di Obama con grande entusiasmo divenendo l’immagine “non ufficiale” della sua campagna elettorale, assegnando ad Obey una visibilità internazionale. Negli anni la fama di questo giovane artista si è notevolmente accresciuta, le sue serigrafie sono conosciute in tutto il mondo per la particolarità grafica che le contraddistingue, con ritratti di uomini e donne dai volti leggermente stilizzati e un cromatismo che tende a riprodurre i colori della bandiera degli Stati Uniti.