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Speranze e previsioni per il mercato dell’arte sotto la presidenza Biden

Joe Biden e Kamala Harris in un'immagine postata sul sito della campagna di Biden Joe Biden e Kamala Harris in un'immagine postata sul sito della campagna di Biden
Joe Biden e Kamala Harris in un'immagine postata sul sito della campagna di Biden
Joe Biden e Kamala Harris in un’immagine postata sul sito della campagna di Biden

Dal sistema fiscale alla gestione della crisi sanitaria. Cosa possiamo aspettarci dall’amministrazione Biden-Harris per quanto riguarda il mondo dell’arte e il suo mercato?

Ci auguriamo che Biden calmi il nostro paese e il mondo. Si spera che un mondo più calmo e meno instabile si traduca in un vantaggio per le persone che desiderano collezionare opere d’arte.

 

Rob Dimin, Art dealer

Nonostante le inesauste polemiche di Donald Trump, Joe Biden è risultato vincitore delle elezioni presidenziali del 2020. Cosa possiamo dunque aspettarci da un’amministrazione Biden-Harris per quanto riguarda il mondo dell’arte e il suo mercato? Leggendo le dichiarazioni di Robert Lynch, CEO di Americans for the Arts, le aspettative non possono che essere alte

Non vediamo l’ora di lavorare con l’amministrazione Biden-Harris per supportare sia la comunità artistica senza scopo di lucro che gli artisti indipendenti che lavorano nella crescente gig economy.

Sia l’ex vicepresidente che l’ex senatore della California hanno in effetti un passato piuttosto attento al sostegno alle arti, ma d’altra parte è forse prematuro ipotizzare come le politiche economiche dell’amministrazione Biden-Harris potrebbero impattare sul mercato, soprattutto con il controllo del Senato ancora in discussione. Con un Senato a maggioranza repubblicana, molti prevedono che ci saranno pochi cambiamenti immediati o radicali, il che significa una minore volatilità per il mercato (e del mercato dell’arte).

Ci sono comunque alcuni argomenti su cui è possibile, seguendo le indicazione degli esperti, ipotizzare eventuali scenari.

Kaws, NYT (Companion close up) Brown (2013). Courtesy of Christie's Images Ltd
Kaws, NYT (Companion close up) Brown (2013). Courtesy of Christie’s Images Ltd

Supporto federale all’arte

Per evidenziare lo scarso sostegno e interesse di Trump per le arti, basta guardare alla proposta di bilancio 2021 rilasciata lo scorso febbraio, in particolare la sezione intitolata “Stopping Wasteful and Unnecessary Spending” in cui ha preso di mira la National Endowment for the Arts (NEA), la National Endowment for the Humanities (NEH) e l’Institute of Museum and Library Services (IMLS). Per ben quattro volte Donald Trump ha provato a eliminarle.

Ora, sotto l’amministrazione Biden-Harris, è probabile che la NEA e la NEH siano molto più sicure. Il vice presidente eletto è stato tra i primi ad opporsi a Trump quando ha minacciato di eliminare le agenzie. Biden, nel frattempo, ha co-sponsorizzato la legislazione volta a istituire il Museo nazionale di storia e cultura afroamericana a Washington, DC, oltre che a garantire finanziamenti per le professioni artistiche mentre prestava servizio sotto il presidente Obama.

Abbiamo una grande speranza per un’amministrazione pro-arte“, ha detto Nina Ozlu Tunceli, direttrice esecutiva dell’Americans for the Arts, fondo d’azione recentemente istituito. Tunceli ha in programma di spingere la nuova amministrazione a includere le organizzazioni artistiche in qualsiasi tipo di pacchetto di aiuto economico – come l’indennità di disoccupazione – e di garantire che abbiano diritto al Paycheck Protection Program, ovvero un ciclo di prestiti del programma di protezione dello stipendio (PPP).

National Museum of African American History and Culture NMAAHC © Alan Karchmer
National Museum of African American History and Culture NMAAHC © Alan Karchmer

Tasse

Quando Trump divenne presidente quattro anni fa, il mondo dell’arte aveva immaginato che le sue politiche pro-capitaliste e pro-business sarebbero andate a vantaggio dei ricchi collezionisti in cerca di evasione fiscale o minimizzazione delle tasse strategie, soprattutto perché l’aliquota dell’imposta sulle plusvalenze sulla vendita di opere d’arte rimaneva elevata, con un massimo del 28%.

Invece è successo il contrario. All’inizio del 2019, una popolare scappatoia fiscale nota come 1031 “like-kind” exchange, comunemente utilizzata dai commercianti per ritardare gli oneri fiscali su acquisti pesanti, non è più stata utilizzabile per gli accordi sulle opere d’arte (bisogna evidenziare che la spinta iniziale per chiudere la scappatoia è iniziata sotto l’amministrazione Obama).

A quel tempo, l’amministrazione Trump si era così impegnata a fare in modo che gli investitori esperti sarebbero stati in grado di ottenere vantaggi fiscali simili attraverso le cosiddette “Zone di opportunità“, entrate in vigore alla fine di dicembre 2017. Tuttavia, ci sono stati pochi riscontri – almeno nel mondo dell’arte – sull’utilizzo di queste iniziative complicate e mal definite e gestite.

Dunque nessuno ipotizza che una presidenza Biden possa ripristinare alcuna agevolazione fiscale per i ricchi collezionisti (in particolare dal momento che è stata proprio l’amministrazione Obama ha sostenere la sua eliminazione). Ma dal momento che il Senato potrebbe conservare una maggioranza repubblicana, è altrettanto improbabile immaginare drastici cambiamenti rispetto alle strategie fiscali che vanno a favore degli esattori.

“The Young PICASSO – Blue and Rose Periods” installation view at Fondation Beyeler, Riehen/Basel, 2019 Artworks: © Succession Picasso / 2019, ProLitteris, Zurich. Photo: Mark Niedermann
“The Young PICASSO – Blue and Rose Periods” installation view at Fondation Beyeler, Riehen/Basel, 2019
Artworks: © Succession Picasso / 2019, ProLitteris, Zurich. Photo: Mark Niedermann

Tariffe e commercio

Molti dei blocchi imposti ai mercanti d’arte sotto l’amministrazione Trump non erano specificatamente pensati per l’arte. I commercianti di arte e antichità cinesi, però, si sono trovati coinvolti nel mezzo della guerra commerciale di Trump con la Cina. L’esclusione temporanea del dazio è scaduta il 1° settembre, quando sculture, incisioni, stampe, collage e oggetti d’antiquariato sono stati soggetti a un’imposta del 7,5% sull’importazione negli Stati Uniti. (Un’esenzione per i dipinti è però rimasta in vigore.)

Ulteriori controversie commerciali hanno generato altre tasse impreviste. Prendiamo, ad esempio, l’aumento delle tasse del 25% su foto, stampe e litografie contemporanee importate dal Regno Unito e dalla Germania, conseguenza della grande controversia commerciale tra il governo degli Stati Uniti con l’Unione europea.

Tali provvedimenti non svaniranno per magia con l’ingresso di Biden alla Casa Bianca. Anzi, probabilmente non spariranno affatto senza che gli Stati Uniti ottengano qualcosa in cambio. Tuttavia, la situazione potrebbe distendersi e così da individuare più facilmente un punto di incontro.

Fiere

Gestione della crisi della sanità pubblica

La risposta dell’amministrazione Trump alla crisi della salute pubblica è stata disastrosa. I risultati si sono ripercossi in ogni segmento dell’economia, compreso il mercato dell’arte: le fiere d’arte (come nel resto del mondo) sono state cancellate, le principali opere non sono state proposte in asta e il totale delle vendite è diminuito drasticamente.

Biden, non appena eletto, ha annunciato i membri di una nuova task force composta da una serie di esperti in malattie infettive. Questa è una buona notizia per l’intera economia: un vaccino, un farmaco terapeutico e una diminuzione dei tassi di infezione sono essenziali per qualsiasi ritorno alla normalità.

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