A Roma, sulla facciata di una scuola del quartiere San Paolo, il primo green murales dedicato al movimento LGBT+ e alla lotta per l’affermazione dei diritti civili. Un murale che neutralizza lo smog di 53 macchine ogni giorno. E continuerà a farlo per altri dieci anni
Il primo green murales dedicato al movimento LGBT
Dopo Hunting Pollution – il murales green più grande d’Europa – Roma avrà il suo secondo murale in grado di ripulire l’aria al pari di un piccolo bosco. Precisamente, il primo green murales dedicato al movimento LGBT+ e alla lotta per l’affermazione dei diritti civili.
Questa volta nel quartiere San Paolo, la facciata che ospita questo ecomurales della grandezza di 250 metri quadrati rappresenta l’ideale “tela” di Arte Pubblica ma anche il concetto di “muro” da abbattere come simbolo per eccellenza delle lotte del movimento LGBTQ+. Lotte che sono di tutti e per tutti, perché la libertà di essere se stessi e di non dover seguire modelli “ideali” che ci vengono in qualche modo imposti dalla società, riguarda ognuno di noi, indipendentemente dal nostro orientamento sessuale.
In questo caso dunque il muro parla di libertà. E rappresenta un uomo che può specchiarsi in una donna e viceversa, vedersi e sentirsi nell’altro.
Bellezza e sostenibilità
Opera dell’artista olandese Judith De Leeuw, aka JDL, il murales è nato da una cordata internazionale e unisce bellezza e sostenibilità. Per realizzarlo infatti, sono state utilizzate le pitture ecosostenibili di Airlite (le stesse utilizzate per Hunting Pollution), in grado di neutralizzare gli agenti inquinanti trasformandoli in molecole di sale. Questo murales neutralizza lo smog di 53 macchine ogni giorno. E continuerà a farlo per altri dieci anni.
Dedicato a Andrea Berardicurti detta la Karl Du Pignè
Il progetto – nato dalla collaborazione tra Yourban2030 con Il Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, patrocinato dal Municipio VIII di Roma e sostenuto dall’Ambasciata olandese in Italia – è dedicato ad un’icona del mondo LGBTQ+, scomparsa nel 2018, Andrea Berardicurti, detta la Karl Du Pignè. Sostenuto anche dalla collaborazione di tutti i cittadini che hanno potuto – e potranno ancora partecipare – alla campagna di donazioni sul sito GoFundMe. I donatori vedranno il loro nome riportato su una targa ai piedi del murales, perché – spiegano gli organizzatori – “nessun muro si abbatte da solo, questo muro è di tutti e per tutti”.
“Insegniamo ai nostri ragazzi ad essere felici”
E non a caso ad ospitare il gigantesco lavoro dell’artista olandese sarà la facciata di una scuola, precisamente dell’Istituto Tecnico Armellini. Lo ha spiegato durante la conferenza stampa Veronica De Angelis, Presidente di Yourban2030:
“Il diritto ad amare ed essere amati, il diritto ad avere una famiglia, il diritto a sentirsi liberi di essere quello che si è, il diritto di vivere appieno la propria affettività. Per tutti questi diritti, il movimento LGBTQ+ ha lottato e continua a farlo perché ancora oggi, nel 2020 ci sono paesi che non permettono ad ognuno di sentirsi libero di esprimersi per quello che è. Io ritengo che ognuno di noi debba qualcosa a questo movimento perché come un domino colorato, la libertà di uno ha comportato la libertà di tutti. E non a caso per questo murales abbiamo scelto una scuola, l’ITIS Armellini perché riteniamo che è fin dalla giovane età che dobbiamo insegnare ai nostri ragazzi e ragazze, ai futuri cittadini, ad essere felici e vivere appieno e senza paura la propria affettività”
Le fa eco JDL, che spiega il concept del suo murales:
“Trasmettere attraverso la mia arte la visione di altre persone, trasformare le emozioni in una visione così che le persone quando passeranno davanti il murale nella loro vita quotidiana, sentiranno quello che provano, a ricordare quotidianamente di amare le persone esattamente per quello che sono”.
View this post on Instagram