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Shatush. Sfumature di cronaca di Molino & Lucidi #3

Shatush

Sfumature di cronaca

di Molino & Lucidi

WAVE FESTIVAL

2° Edizione

20 Novembre 2020

PISMO BEACH

Surf Contest

(valido per il circuito nazionale)

Esibizioni di Skate, Stand, Bikini Contest, DJ Set, Concerti

Ingresso Libero

Regolamento contest

Art.1.

1. La gara è suddivisa in heat che inizieranno dalla spiaggia sotto la supervisione del Beach Marshall.

2. Ogni heat avrà una durata di 20 minuti, durante i quali 4 surfisti dovranno prendere un massimo di 10 onde.

3. Le migliori 2 onde di ogni partecipante verranno conteggiate per il risultato finale.

4. L’Head Judge darà inizio ad ogni heat tramite un countdown di 10 secondi.

5. Una sirena suonerà nel momento esatto della fine di ogni heat.

Il regolamento continua alle pagine 2, 3, e 4 del dépliant.

La vecchia cera che ricopre la Mini-Malibu non è così facile da togliere e gli sta portando via più tempo del previsto, ma Leroy è un’ottimista, di quelli che se ne vedono pochi ed è convinto che nel giro di qualche minuto gratterà via almeno tutta la parte del Tail. Il bordo piatto della spazzola è un ottimo strumento da utilizzare ma nulla raschia via meglio della tessera Curfew Video, il videonoleggio che fino a qualche anno prima lo spingeva ad avventurarsi fino alla Maple Avenue per affittarsi i grandi classici del cinema surf come Endless Summer 1 e 2. [1] Il nome fu scelto dal proprietario perché il suo obiettivo era quello di farti rimanere chiuso in casa tutte le sere, sul divano, davanti alla tv, in compagnia di un pacchetto di Fiddle Faddle [2] da 5 dollari (i popcorn erano posizionati ad arte vicino alla cassa).

L’estate senza fine si è rivelata tutt’altro che eterna e passare il solvente alla tavola non è che sia la cosa più piacevole da fare, ma va fatto perché il contest è alle porte così come la paura di affrontarlo e l’odore di acquaragia (aveva provato in passato con una miscellanea di olio di semi e sapone liquido ma con scarsi risultati) secca la gola, costringendolo, Leroy, ad indossare una mascherina che gli toglie un po’ il respiro. Comunque non si lamenta, ha una capacità innata di vedere sempre il lato positivo delle cose, prende il bicchiere mezzo pieno vicino al Funko pop di Dick Dale [3] e si aiuta con una piccola ma più che sufficiente sorsata d’acqua.

Mentre alla televisione si commenta lo spoglio delle presidenziali, Leroy considera la Sex Wax tra le più grandi invenzioni del genere umano con il suo panetto rotondo e quell’odore un po’ cocco, un po’ cera d’api, un po’ lozione solare. Un odore ammaliante ma canzonatore nel ricondurlo con la mente a quel pomeriggio di Teahupo’o quando, intubato profondamente nel cavo di un’onda [4], concluse il suo tube-riding con un maestoso Wipe Out su quella meraviglia naturale che è il corallo tahitiano [5], incantevole e tagliente, così affilato da portargli via per sempre la falangetta del mignolo [6] della mano destra.

Fare uno Shaka [7] con solo i due terzi del mignolo lascia un retrogusto agrodolce, un po’ come quelle canzoni “hot rod” [8] dove i Beach Boys smettono inaspettatamente di interessarsi al surf per occuparsi di motori, pistoni e bielle; è come se mancasse qualcosa ma sono sempre i Beach Boys è ovvio. Le due cose che lo irritano di più: Shut Down, già B-side del 7 pollici e completamente fuori luogo tra Lonely Sea e Noble Surfer in quella meraviglia chiamata Surfin’ U.S.A. e Shut Down Volume 2, album pubblicizzato senza alcun imbarazzo come compilation di canzoni a tema automobilistico.

Leroy strofina la Sex per tutta la superficie della tavola tracciando dei piccoli cerchi di circa 10 cm di diametro, cm piú cm meno, usando il bordo del panetto; ormai ci siamo, il contest inizia tra poche ore, giusto il tempo di caricare tutto in macchina, guidare fino allo spot di Pismo Beach e pensare a quanto grande è stato l’ultimo anno: l’anno della prima volta del Surf come disciplina olimpica e Tokio 2020 è stata di sicuro un grande spot*; l’anno della sua prima gara dopo l’incidente e realisticamente l’anno del ritorno dei Democratici alla presidenza (nel momento esatto in cui sta spegnendo il televisore Bernie Sanders sta vincendo su Donald Trump [9] in tre tra i più critici Swing states). Non resta che cambiarsi, visto che la cera gli è rimasta appiccicata su tutta la maglietta nera taglia XL con la scritta rossa TEOTFW**.

*Con lo splendido oro di J. (J.) A. Florence. Chi altri se non John John?

** The End Of The F***ing*** World**** [10]

***Dilettevole ma utile scelta stilistica da parte dell’autore per non incorrere in ridicole censure.

****Il fumetto non la serie.

 

Simona Molino e Matteo Lucidi lavorano insieme dal 2008 utilizzando diversi linguaggi espressivi per lo più installazioni, performance e video. La loro formazione spazia dall’Architettura, al cinema alla pedagogia. Vivono e lavorano a Berlino. Con i loro lavori mettono in luce ed amplificano le capacità narrative della realtà, della cultura globale, delle relazioni e dei condizionamenti sociali. Giocare con le dualità, le opposizioni, i punti di vista doppi è parte integrante della natura e della ricerca degli artisti che amano sollecitare forze molteplici e contrastanti. I loro lavori formalmente diversi tra loro per la molteplicità dei media utilizzati, sono per lo più osservazioni della cultura sociale e materiale. Prendere in esame singoli oggetti genera una riflessione induttiva che si concretizza attraverso un percorso polisemico dove l’interpretazione dell’osservatore è elemento necessario per la comprensione del lavoro. Le contraddizioni e le relazioni tra i luoghi, l’influenza della società sul singolo, i condizionamenti imposti dal background culturale sono elementi in qualche modo presenti in tutti i loro lavori.

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