Interesse internazionale, numerose offerte al telefono e tramite live bidding per l’asta di “Arte Contemporanea” (Parte 1) del 25 novembre 2020 a Vienna da Dorotheum
Dopo gli ottimi risultati dell’asta di ‘Arte Moderna’ di Dorotheum a Vienna del 24 novembre 2020 che ha dato il via alla ‘Contemporary Week’ (quando la “Signora in rosso su fondo blu” di Chaim Soutine è stata battuta per oltre 1,8 milioni di euro), anche la vendita di arte contemporanea ha dato molte soddisfazioni.
L’avanguardia italiana degli anni Sessanta, della Pittura Oggetto e dell’Arte Povera, ha visto elevate aggiudicazioni. Il podio della vendita è stato tutto tricolore. Primo classificato il Concetto Spaziale blu del 1967/1968 di Lucio Fontana battuto a 552.300 euro. Secondo posto per Jannis Kounellis con una monumentale opera in metallo a 344.900 euro e poi di nuovo il maestro dello Spazialismo con la ceramica “Deposizione di Cristo” del 1954/56 che ha raggiunto 259.500 eruo.
Un intenso reticolo blu di Piero Dorazio del 1962 dal titolo “Chiar di Luna” (olio su tela, cm. 71 x 64 – stima € 80.000-120.000) ha fatto 137.500 euro. Una “Superficie Bianca” del 1963 (acrilico su tela, cnm. 40 x 50 – stima € 100.000-150.000) con una struttura elegantemente modulare e minimalista di Enrico Castellani e un “Senza titolo” del 1988 (acrilico e vinavil su tela applicata su tavola, cm. 44 x 61,5 – stima € 140.000-180.000) di Alberto Burri hanno fatto rispettivamente 174.100 euro. La particolarità dell’opera del medico di Città di Castello – che riprende il ciclo dei famosi “cellotex” – risiede nel fatto che lo stesso artista utilizzò come base una sua composizione del 1947 (evidente nelle parti di color verde chiaro preservate all’interno del dipinto) rielaborandola con i colori più squillanti e vivaci tipici dei lavori della fine degli anni ’80. Bene anche Mario Schifano e Carla Accardi.
Tra gli altri numerosi risultati al di sopra dei 100.000 euro figurano opere di Hans Hartung, Antoni Tàpies, Andy Warhol, Peter Halley, Carlos Cruz-Diez, Yayoi Kusama, Christo e Lee Ufan. Tra gli stranieri che si sono distaccati molto dalle stime si segnalano Erich Brauer con “Turmbau in Babel” (81.550), Gerhard Richter con “Betty, 2014” (161.900) Arnulf Rainer con “Das schwarze Blut des Kreuzes” (101.768) e Franz West con Paßstück “BI 4” esposto come parte di un gruppo alla Biennale di Venezia del 1990, che ha trovato un nuovo proprietario per 216.800 euro.
L’arte austriaca ha retto ottimamente il confronto internazionale con opere di Rudolf Hausner, Wolfgang Hollegha, Alfons Schilling e Maria Lassnig.