La Antonova, che al Pushkin aveva lavorato fin dal 1945, era molto nota anche in Italia, frequentata da grande esperta del Rinascimento
Suona banale, essendo in Russia, parlare di “Zarina dell’arte”. Ma quando si è state per 52 anni – un record, difficilmente superabile! – direttrici di uno dei musei più importanti del mondo, la definizione è quanto mai attinente. Il soggetto? È Irina Antonova, dal febbraio 1961 al luglio 2013 direttrice del Museo Statale di Belle Arti Pushkin di Mosca, che da sette anni presiedeva. Perché ora una nota stampa del museo annuncia che la Antonova è morta all’età di 98 anni a causa del coronavirus, arrivato su un fisico già fiaccato da altre malattie.
La leggendaria studiosa, che al Pushkin aveva lavorato fin dal 1945, era molto nota anche in Italia, frequentata da grande esperta del Rinascimento, specializzazione che e le valse anche il conferimento dell’Ordine al Merito della Repubblica. Al museo moscovita è stata promotrice delle principali mostre di artisti moderni, spesso attraverso scambi con istituzioni d’arte internazionali. Basta ricordare le fondamentali “Mosca – Parigi. 1900 – 1930” (1981), “Mosca – Berlino. 1900 – 1950” (1996), “Picasso”(2010).
Ma i suoi interessi spaziavano a 360 gradi, tanto che sotto la sua guida nel 1974 la Gioconda di Leonardo fu esposta al Pushkin per la prima volta nell’Urss; e fu lei a promuovere nel 1996 la grande mostra “Tesori di Troia dagli scavi di Heinrich Schliemann”. Fra i suoi impegni, anche se molto contestato da una parte dell’opinione pubblica, ci fu anche quello per la “riunione” delle celebri collezioni raccolte da Sergei Shchukin e Ivan Morozov, confiscate dopo la rivoluzione bolscevica e divise tra il Pushkin e l’Ermitage di San Pietroburgo.