“Molto presto nella vita, dovetti scegliere tra l’onesta arroganza e l’ipocrita umiltà. Io scelsi l’onesta arroganza, e non ho mai avuto motivo di cambiare”. Su Arte in italiano, il docufilm Frank Lloyd Wright, La Fenice dell’architettura traccia l’epopea umana e artistica del più grande architetto americano della storia.
Nato nel 1867 a Richland Center, nel Wisconsin, Frank Lloyd Wright si è spento nel 1959 a Phoenix, in Arizona. Genio indiscusso, è autore di oltre quattrocento opere realizzate tra cui musei, chiese, hotel, stazioni di servizio, atelier e, più di tutto, abitazioni. Principale protagonista della Prairie School, movimento architettonico americano che si esprime soprattutto nel Midwest, è l’ideatore delle case usoniane, architetture fondate sullo stile di vita americano e integrate con il paesaggio naturale degli Stati Uniti.
“Anni fa ha detto di voler essere il più grande architetto del XX° secolo. Ci è riuscito?”, gli chiede un giornalista. “Non credo di averlo mai detto. Ma forse l’ho pensato. Ma non è appropriato, dovrei fare attenzione” risponde lui.
E infatti, nel 1991 l’American Institute of Architects lo ha riconosciuto quale il più grande architetto americano della storia. Tra le sue opere iconiche, entrate a far parte del Patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO, La Fallingwater House in Pennsylvania (1936-1939), il Museo Solomon R. Guggenheim di New York (1959) o ancora, la dimora estiva dell’architetto Taliesin West in Arizona (1937). Il documentario diretto da Sigrid Faltin, disponibile su Arte in italiano fino al 21 dicembre 2020, ripercorre le gesta di un uomo visionario, trasgressore delle regole nell’arte come nella vita privata, entrambe puntellate di passioni e scandali.