Celebrazioni di Dante Alighieri per il 2021. La visione dell’arte del Sommo Poeta per celebrare i 700 anni della morte ai Musei San Domenico di Forlì. La mostra, dal 12 marzo al 14 luglio 2021, è frutto di un’intensa e proficua collaborazione tra i suoi ideatori, Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi e Gianfranco Brunelli, Direttore delle grandi mostre della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e i suoi curatori, i professori Antonio Paolucci e Fernando Mazzocca.
Già in occasione del 25 marzo 2020, il primo Dantedì – come è stata ribattezzata dal MIBACT la data che tradizionalmente segna il giorno di inizio del viaggio di Dante nella Commedia – l’istituzione fiorentina aveva inaugurato una mostra digitale dedicata al poeta toscano, intitolata Non per foco ma per divin’arte, tutt’oggi visitabile sul sito del museo (link https://www.uffizi.it/mostre-virtuali/dante).
Perché la scelta della città di Forlì come luogo dell’esposizione? Perché, secondo i curatori della mostra, la città romagnola rappresenta una tappa fondamentale nella vicenda biografica di Dante, che vi trovò rifugio, fuggito da Arezzo, nell’autunno 1302, ospiti degli Ordelaffi, signori ghibellini di Forlì. Dante vi ritornerà nel 1310-1311 e, forse, nel 1316.
Nella sua magna opera, numerose sono le citazioni di Forlì e del suo territorio: a titolo di esempio, nel Canto XXVII dell’Inferno, si ricorda la resistenza dei forlivesi all’assedio delle armate francesi inviate nel 1282 da Papa Martino IV per sottomettere la città ghibellina.
Molti capolavori esposti in mostra provengono dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze: come i ritratti di Dante e di Farinata degli Uberti di Andrea del Castagno. Occasione, dunque, per confrontarsi con queste due potenti effigi, solitamente non visibili, in quanto, esposte nella chiesa di San Pier Scheraggio, inclusa nel museo fiorentino ma non accessibile al pubblico.
Sempre dagli Uffizi giunge un altro ritratto di Dante, dipinto da Cristofano dell’Altissimo per la serie gioviana dedicata agli uomini illustri e commissionata nel 1552 da Cosimo I de’ Medici.
Per ricordare e illustrare l’universo letterario e religioso dantesco, saranno esposte opere come la Cacciata dal Paradiso terrestre di Jacopo Pontormo, sempre prestato dagli Uffizi, e una rosa di notevolissimi disegni eseguiti, a fine Cinquecento, dal marchigiano Federico Zuccari per l’edizione illustrata del testo dantesco.
Protagonista della mostra sarà una delle più recenti acquisizioni del museo fiorentino.
Infatti, in occasione del 25 marzo 2020, le Gallerie degli Uffizi hanno omaggiato il loro poeta conterraneo con l’acquisto di Francesca da Rimini nell’Inferno, eseguita nel 1810 dal pistoiese Nicola Monti, grande ammiratore dell’arte di Michelangelo.
Nel dipinto del Monti, Dante è a terra, di fianco alla sua guida, Virgilio, dopo aver perso i sensi, toccato, nel profondo, dalla nota e triste storia dei due amanti Paolo e Francesca, che fluttuano, abbracciati e sospinti da un inarrestabile vento.
Il Dante a terra che riposa è quello che si intende omaggiare a 700 anni dalla sua morte: il sommo poeta che ci fece conoscere le colpe e le pene dell’umanità e ci innalzò alla gloria celeste attraverso la sua opera, che fu, secondo le opere di Augusto Alfani, “codice di civiltà, fulgore di scienza razionale e dogmatica, dove fede e ragione mostrano al mondo la loro potenza suprema, quando, distinte, pur s’accordano e s’avvalorano a vicenda nell’acquisto del vero e del bene”.