“L’ora dello spettatore” è la nuova mostra allestita a Palazzo Barberini dove si entra visitatore e si esce spettatore. Un percorso espositivo, attraverso 25 capolavori emblematici, offre al pubblico gli strumenti per una maggiore consapevolezza del suo fondamentale ruolo nella stesse opere d’arte
Forse non tutti sono consapevoli che, di fronte un’opera d’arte, vediamo sempre qualcosa di più o qualcosa di meno della scena visiva reale. Si tratta di un processo che la psicologia definisce integrativo e selettivo ma, senza addentrarci troppo nei meandri della fenomenologia della percezione, non c’è dubbio che in secoli di tradizione figurativa, non sono mancati artisti che hanno escogitato invenzioni appositamente studiate per coinvolgere lo spettatore nell’opera stessa. Basti pensare agli effetti ottici dell’anamorfosi di Leonardo e Hans Holbein con il suo celebre “Gli Ambasciatori”.
L’ora dello spettatore. Come le immagini ci usano
Lo scopo della mostra “L’ora dello spettatore. Come le immagini ci usano” – a cura di Michele Di Monte è proprio quello di far sperimentare concretamente agli spettatori i modi in cui la pittura invita lo spettatore ad essere complice della sua opera. Come spiega lo stesso curatore:
“Abbiamo proposto allo spettatore, una selezione di opere tra il Cinquecento e il Settecento, in cui costui non è un elemento accessorio. Non è più solo qualcuno che guarda, giudica, apprezza l’opera. È una figura essenziale per il suo funzionamento, dal punto di vista spaziale o narrativo. Una figura prevista dall’artista stesso nel costruire il quadro, con un ruolo partecipe, da protagonista, complice o voyeur”.
Le venticinque opere, divise in cinque sezioni tematiche – a parte quelle provenienti dalla collezione delle Gallerie Nazionali – provengono da prestiti da importanti musei, come la National Gallery di Londra, il Museo del Prado di Madrid, il Rijksmuseumdi Amsterdam, il Castello Reale di Varsavia, il Museo di Capodimonte a Napoli, la Galleria degli Uffizi di Firenze, la Galleria Sabauda di Torino. Tra gli artisti rappresentati in mostra, Tiepolo, Guercino, Jusepe de Ribera, Guido Reni e Mattia Preti.
La mostra – dichiara Flaminia Gennari Santori, direttrice del Museo – approfondisce con un prezioso contributo la conoscenza delle opere della collezione, valorizzando ancora una volta la politica di scambi con altri musei, volta a rafforzare il ruolo chiave svolto delle Gallerie a livello nazionale ed internazionale”.
In attesa della mostra fisica a Palazzo Barberini, quella virtuale sui social
L’esposizione doveva inaugurare a novembre, poi a causa dei successivi dpcm, l’apertura fisica al pubblico è rimandata a gennaio, quando dovrebbero finalmente riaprire al pubblico i musei e chiuderà i battenti il 28 febbraio 2021. Nel frattempo però, grazie alla rete, sarà possibile scoprire tutti i segreti della rassegna, in attesa di poterla visitare di persona. Sul sito www.barberinicorsini.org è presente un dossier della mostra e un video racconto ad opera del curatore della mostra. Inoltre, focus sulle opere e l’allestimento si succederanno ogni venerdì sui canali social delle Gallerie Nazionali d’Arte Antica.