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È morto a 59 anni Kim Ki-duk, il regista sudcoreano Leone d’Oro per Pietà

Kim Ki-duk

Kim Ki-dukÈ morto a 59 anni Kim Ki-duk, il regista sudcoreano Leone d’Oro per Pietà, autore di film amatissimi e acclamati da pubblico e critica

È morto a 59 anni Kim Ki-duk, una delle voci più importanti del cinema contemporaneo, Leone d’Oro nel 2012 con Pietà. Autore sudcoreano di film amatissimi e acclamati da pubblico e critica, da Ferro 3 a Seom – L’isola, Kim Ki-duk si è spento in Lettonia in seguito a complicazioni legate al Covid-19, lo ha annunciato il sito lettone Delfi.lt. Il regista era arrivato in Lettonia il 20 novembre scorso, da alcuni giorni il suo entourage aveva del tutto perso i contatti.

Kim Ki-duk (classe 1960), lascia la Corea del Sud dopo un periodo nell’esercito, l’amore per l’arte lo spinge verso l’Europa, a Parigi, dove si guadagna da vivere dipingendo. In questo periodo inizia anche a scrivere sceneggiature per il cinema. Nel 1992 torna in Corea dove vince il premio della Korea Film Commission per la migliore sceneggiatura di Jaywalking. L’anno seguente segna il suo debutto come regista, con The Crocodile a cui seguono Wild Animals (1997) e Birdcage Inn (1998). Fin da subito il suo cinema si distingue e si fa notare nei Festival internazionali per la sua poetica che unisce violenza e lirismi in un equilibrio perfetto.

Seom – L’isola (2000) in particolare segna il suo primo grande successo, farà molto discutere la forza e la crudeltà della famosa scena con gli ami da pesca.  Con  Primavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera (2003) fa breccia anche nel cuore del pubblico euroepo, che accoglie con favore la sua forza poetica.

Primavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera (2003)
Primavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera (2003)
Ferro 4 - La casa vuota (2004)
Ferro 3 – La casa vuota (2004)

Il regista che visse due volte. Nel 2004 la consacrazione definitiva: La samaritana vince l’Orso d’oro al Festival del Cinema di Berlino e Ferro 3 – La casa vuota si aggiudica il Leone d’argento per la miglior regia Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Segue un lungo periodo di crisi, dopo che la protagonista di Dream ha rischiato di rimanere impiccata durante le riprese del film il regista lascia il cinema e si ritira a vivere in solitudine. Con Arirang (2011) – una video confessione in cui mette a nudo il suo tormento interiore – il regista torna all’opera, resuscita dalle sue stesse ceneri e l’anno seguente con Pietà conquista il Leone d’Oro.

I suoi ultimi due film, Dissolve (2019) e Human, Space, Time and Human (2018) sono ancora inediti in Italia, Il prigioniero coreano (2016) è stato il suo ultimo film uscito da noi in sala. Quello di Kim Ki-duk è un cinema estremo, senza compromessi, fatto di viscere e poesia, con lui ci lascia una voce preziosa, unica e insostituibile.

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