Più di 400 opere appartenute a Christo e Jeanne-Claude saranno messe all’asta da Sotheby’s. Acquistati, scambiati con artisti a loro amici o realizzato da loro stessi, i lavori proposti offrono uno sguardo intimo sulla coppia di artisti recentemente scomparsa.
Sotheby’s mette all’asta le opere di proprietà degli artisti Christo Javacheff e di sua moglie Jeanne-Claude. L’evento si terrà a Parigi in febbraio. La coppia si è fatta conoscere in ambito artistico con il loro nome di battesimo – Christo e Jeanne-Claude – sotto il quale hanno realizzato le loro celebri installazioni. Dagli anni ’60 hanno drappeggiato interi edifici, ponti e ambienti naturali con tessuti colorati. Le loro opere si sono caratterizzate per i lunghi tempi preparatori – sia per questioni artistiche che burocratiche – e per il grande numero di visitatori che hanno attirato. In Italia abbiamo avuto la fortuna di ospitare, nel 2016, The floating piers. La passerella galleggiante ha portato il Lago d’Iseo ad essere conosciuto in tutto il mondo, attirando circa 1,2 milioni di visitatori. Nonostante la scomparsa di entrambi i coniugi, a Parigi è in preparazione un’ultima grande opera: l’impacchettamento dell’Arco di Trionfo. Programmata inizialmente per il 2020 e poi posticipata causa pandemia, l’installazione dovrebbe realizzarsi nel settembre 2021.
In attesa del nuovo show gli amatori – e soprattutto i collezionisti – possono ingannare la nostalgia con le circa 400 opere proposte in asta da Sotheby’s. La collezione – che fino ad adesso ha arredato la casa-studio della coppia a New York – si compone dei lavori che i due hanno acquistato nel corso della loro vita e dei pezzi che hanno scambiato con alcuni artisti del dopoguerra quali Lucio Fontana, Yves Klein e Mimmo Rotella. Le prime stime, divulgate dall’esperto di Sotheby’s Simon Show, indicano un valore di circa $ 4 milioni di dollari per l’intera raccolta. «È l’universo intimo in cui vivevano gli artisti, non il loro personaggio pubblico» racconta Show, sottolineando come la maggior parte delle opere abbiano dimensione ridotte, in netto contrasto con le grandi installazioni che solitamente associamo a Christo e Jeanne-Claude.
Ma entriamo nei dettagli della collezione. Andy Warhol del 1964, Jackie, che si stima venderà per almeno $ 975.000, a Untitled Blue Monochrome (IKB 19) di Klein del 1958, stimato per almeno $ 375.000. Il padre della Pop art aveva ceduto loro anche un paio di barattoli di biscotti, valutati circa $ 365.
É frutto di uno scambio anche Hoge Armchair di Gerrit Rietveld del 1919, che la coppia ha ammirato durante una visita a casa del collezionista Martin Visser nei Paesi Bassi. Nel 1963, il collezionista diede loro la sedia in cambio di una delle loro opere d’autore, un pacchetto avvolto. Quando la coppia si trasferì da Parigi a New York l’anno successivo, la portarono con sé. Ora si stima verrà venduta per almeno $ 97.500.
Evidente e centrale è il carattere personale, quasi intimo, delle opere proposte. Sono il ricordo di esperienze realmente vissute, simboli di esperienze che a posteriori rappresentano una grande occasione aneddotica. Come quella che rivela l’amicizia tra la coppia e Claes Oldenburg, scultore noto per le opere che riprendono oggetti d’uso contemporaneo o beni alimentari. Nonostante la poetica dei due artisti sembra sfiorarsi appena, i tre condivisero per un periodo uno studio a Soho negli anni ’60 e si scambiarono aiuti e suggestioni. A quel tempo risalgono le tre sculture di Oldenburg – raffiguranti un gelato, bistecche, pancetta e uova – che sono appartenute a Christo e Jeanne-Claude. La stima è di $ 49.000.
Nella vendita saranno inoltre incluse anche molte opere che Christo e Jeanne-Claude hanno realizzato nel corso della loro carriera. Il ricavato della vendita verrà devoluto agli eredi, che intendono intitolare una Fondazione ai due artisti.