Il Natale quest’anno sarà diverso, meno tradizionale dei precedenti ma non per questo meno illuminato e festoso. A tenere acceso l’ottimismo e la speranza dei romani ci saranno luminarie e giochi di luce in collaborazione con Acea, proiezioni video-mapping e addirittura un open bus natalizio che, grazie al sostegno di Fondazione Musica per Roma, diffonderà melodie per le vie dell’Urbe.
In Campidoglio la Sindaca Virginia Raggi ha comunicato il programma per le festività 2020/2021: un albero per ogni quartiere romano, dal centro storico alla periferia, ad illuminare i mille volti della città eterna. Da Largo Fellini, in cima a via Veneto, dove la ‘dolce vita’ d’oggi si incanta davanti alle luminarie dell’albero 3D di Sorgente Group ideato e disegnato da Paola Mainetti, al grande albero di Piazza Risorgimento fino a San Basilio che, con il suo albero di 5 metri presso la Fontana della Balena, illumina sobborghi e borgate urbane.
Cieli stellati di 1500 metri di lunghezza accompagneranno le passeggiate dei cittadini lungo Via del Corso.
Dal 18 dicembre verranno allestiti presepi nelle maggiori piazze urbane: uno in Piazza del Campidoglio, un altro napoletano del ‘700 per Piazza di Spagna ed il tradizionale presepe pinelliano, ispirato alle scene di vita popolare di Bartolomeo Pinelli,in Piazza del Popolo. Sarà ‘robotico’, invece, quello per Piazza Vittorio ideato e diretto da Guillermo Mariotto in associazione con Caput New Mundi Enterprisee Roma Capitale.
Magico e spettacolare il Light Show in Piazza Navona dove luci blu e proiezioni video-mapping animano le fontane monumentali e la colossale opera del maestro Bernini.
Dal 19 dicembre proiezioni di ‘Angeli Custodi’ faranno la loro apparizione sulla Porta del Popolo a protezione della città.
Ad incantare tutti inaugurando il Natale 2020, poi, le due immancabili icone dei due volti di Roma.
Senza cerimonie, bande e orchestra torna ad accendersi ‘Spelacchio’, simbolo del Natale romano, in Piazza Venezia. Un abete Nordmannianadi 23 metri con le sue 100mila luci a led e le 800 sfere di quattro colori diversi illumina il volto della Roma laica.
L’abete rosso (simbolo di fertilità)di Piazza San Pietro arrivato dalla Slovenia con i suoi 28 metri d’altezza non solo illumina il volto della Roma ‘papalina’, ma pare voler rivendicare il suo primato su quello laico di Piazza Venezia in un’eterna lotta tra potere temporale e spirituale.
A smontare la magia ed il sentimento religioso ci si è messo il presepe ‘vaticano’ che ha suscitato diverse polemiche. Non la tradizionale capanna, con la simbolica ‘Sacra Famiglia vivente’ ma, complice un liceo di Castelli e l’antica arte della ceramica abruzzese, quest’anno Maria, Giuseppe, bue, asino, pastorelli e Re Magi, assumono le sembianze di idoli pagani. Potrebbero sembrare Totem o figure aliene.
La Rigidità e la fissità ieratica delle ceramiche sono lontane anni luce da quel caloree da quella catartica empatia cristiana che ci si aspetterebbe di trovare nel luogo icona della cristianità mondiale.
Il progetto ambizioso della Capitale con i suoi alberi, luminarie e luci per portare speranza, gioia e spensieratezza nei cuori delusi e un poco abbattuti di tanti romani, sicuramente ha avuto una buona riuscita e, oltre ad illuminare le feste accompagnerà la ricerca di nuove tradizioni e di calore familiare.
Ma il progetto ‘sanpietrino’ tra polemiche e incomprensioni solleva un polverone e incanta molto meno. Una Sacra Famiglia muta e inespressiva fatta di fantocci non eloquenti e alienati senza dimora, senza capanna sotto una luce fredda da obitorio che nulla ha di emozionale ed emozionante potrebbe rivelarsi una scelta azzardata e dissacrante.