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Le complesse architetture carnali di Marco Cirulli

Marco Cirulli

Marco Cirulli è un giovane sognatore di 25 anni, nato e cresciuto nella provincia di Torino da madre piemontese e padre pugliese. Abbiamo incontrato il suo lavoro su Instagram e ci ha colpito la freschezza del suo disegno, il tratto fluido e la facilità di come dipinge gli incastri tra grossi corpi umani in complesse architetture carnali difficili da identificare alla prima occhiata.

Eppure quel che succede nelle sue raffigurazioni è l’origine del mondo, l’atto più naturale dell’essere umano. Nonostante il complicato intreccio dei corpi che si incontrano e si incastrano l’un l’altro alla ricerca del piacere, nell’atto di fare l’amore, regna una dimensione liquida di agilità e fluida elasticità.

Corpi armonici senza spigoli e spinosità, la visione di Marco sul sesso può sembrare una lotta, un duello dei soggetti a dominare e farsi domare, ma è sempre un atto d’amore, in senso corporale, reciproco, intenso e imponente, raffigurato e narrato, con sapiente uso dei colori, nella naturalezza di corpi che si condividono mischiandosi, possibilmente senza giudizi.

Marco Cirulli

Che scuole hai fatto, dove hai formato la tua tecnica?
Ho frequentato l’istituto professionale Albe Steiner di Torino, che allora era un istituto grafico pubblicitario. La mia tecnica si è formata da sola, sono autodidatta e quindi c’è stata una lenta evoluzione per arrivare allo stile e al tipo di composizione di oggi.


C’è qualche artista che ti ha ispirato di più e a cui fai riferimento?
Mi sono avvicinato allo stile erotico grazie al lavoro di alcuni mitici  fotografi italiani che lavorano sul nudo, ma un nudo particolare, molto quotidiano, normale, a volte ironico e assurdo, molto personale e pieno di stile! Come ad esempio Fausto Serafini, Alessandra Pace, Luca Matarazzo, Marcel Swan, a.l.e.x.a.n.d.e.r_sasha (su Instagram) e poi tanti altri.
Non sono persone che conosco fisicamente, sono però un grande stimatore del loro lavoro, e con grande piacere e soddisfazione anche a qualcuno di loro piace il mio lavoro! Quindi puoi immaginare la felicità quando una persona che stimi fa un apprezzamento del genere.

Le tue tematiche hanno spesso scene pornografiche, ci spieghi perché?
Più che pornografiche io le definirei erotiche, perché sì che ci sono scene esplicite, ma non sempre è così palese, o sempre l’atto sessuale ha importanza tanto quanto tutto il resto dell’illustrazione. Comunque tratto spesso l’argomento della sessualità e dell’erotismo perché trovo sia una realtà che coinvolge tutti nella vita di tutti i giorni ed io mi ispiro molto alla mia quotidianità, a quello che mi circonda, quello che mi succede e le persone che incontro. Dunque penso che la sessualità, che qui in Italia è avvolta dai tabù, sia una cosa normale, e con la mia arte spero si riesca a innescare un qualcosa per poterne parlare liberamente come si dovrebbe fare.
Marco Cirulli

Quindi il messaggio che vuoi lasciare è per una maggior liberazione dell’atto sessuale, una sorta di richiamo alla popolazione di prendere il sesso come un atto normale, senza troppi tabù, fisici e morali?
In parte direi di sì, diciamo solo che sensibilizzare con ironia sull’argomento è una naturale conseguenza della mia arte. Perché, mi ripeto, tutti lo fanno, in quantità e modi diversi, ma la base è la stessa per tutti. Tutti diversi e tutti uguali allo stesso tempo, lo trovo un concetto stupendo.

Due anni a Barcellona, cosa ti ha spinto ad andarci, cosa hai imparato?
Sono andato a Barcellona per seguire la mia ragazza e i suoi studi, ma una volta arrivato ho visto una nuova realtà pronta ad accogliermi e ad apprezzare molto il mio stile e le mie opere. Lì ho capito che poteva davvero essere il posto per me.

Che differenze rilevi rispetto al mondo torinese/italiano?
Le persone sono molto più aperte di mentalità, poi Barcellona è una città frenetica piena di gente da ogni parte del mondo, dunque si è già abituati a una varietà di personalità e pensiero, questo fa sì che sia più facile parlare di qualsiasi cosa e venire a contatto con realtà che a Torino purtroppo non sono nemmeno immaginabili. Senza contare che l’argomento sessualità ed erotismo lì viene affrontato con serenità e apertura mentale, in modo che ognuno possa essere se stesso senza paura di futili giudizi altrui.

Cosa hai fatto lì? Mostre, commissioni, lavori?
Di tutto e di più! In quasi due anni è davvero lunga la lista tra collaborazioni, eventi e tutto il resto!

Perché sei tornato?
Sono tornato momentaneamente perché purtroppo la situazione Covid aveva bloccato tutte le attività  di arte e cultura. Spero di tornarci il prima possibile.

Produci pezzi unici? Hai uno standard di misure?
Produco originali e pezzi unici, e il formato più comodo per me va dal formato A5 fino al 100×70 cm. Purtroppo ho ancora uno spazio limitato per lavorare, però non perdo occasione per fare murales e per realizzare opere molto più grandi; quando potrò lavorare in formato più grande lo farò volentieri.

Hai fatto molti muri?
Ho fatto parecchi muri, per lo più a Barcellona, in assoluta libertà. Ci sono molti muri che si possono dipingere liberamente e legalmente e non potevo non approfittarne!

Proponi e vendi le tue opere sui social.Come sta andando, c’è un pubblico attento che risponde?
Tramite Instagram accetto la commissione di opere digitali  e nuovi originali. L’acquisto delle stampe a edizione limitata dei disegni, generalmente in edizione di 5, sono le più  richieste.

Quante opere fai in un anno?
E’ una risposta difficile, ma sicuramente molte. Anche perché creo tutti i giorni, che sia per qualcosa di personale o per lavori  o per collaborazioni! Quindi che sia analogico o digitale, su carta su tela o su muro che sia non ha importanza, sicuro creo tutti i giorni qualcosa!

Anche quando sei in vacanza?
Disegno tutti i giorni, ma non tutti i giorni disegno tutto il giorno. Magari nei giorni considerati di vacanza, disegno solo un paio d’ore e non di più.

Hai avuto qualche proposta da gallerie di arte contemporanea?
Ni. Nel senso che ho avuto assurde proposte di persone che si spacciavano per galleristi ma chiedendomi prezzi assurdi per esporre, invece altre che hanno mostrato interesse, verso inizio lavoro, ma non hanno ancora avuto nessuno progetto adeguato per includermi nelle loro esposizioni. Adesso spero si possa presto ripartire con l’esposizione di nuovi progetti, a cui aspetto con ansia di prendere parte.


Come artista come ti definisci?
Chiaramente come un artista emergente al momento.


Che ambizioni hai, come vedi il tuo futuro?
La mia ambizione è quella di poter avere un mio studio dove poter creare liberamente, viaggiare per partecipare a mostre ed eventi, e l’essere a contatto per il mio stile personale. Sono tutte cose che non reputo impossibili nel futuro, ma che sicuro sarà in un “fuori dall’Italia”, magari a Barcellona.

Hai una tecnica che prediligi?
Non prediligo una tecnica in particolare, anche perché penso che ogni tecnica abbia pro e contro, come tutte le cose, e ogni tecnica ha un fascino tutto suo.


Che rapporto hai con i social?
I social purtroppo sono importanti, sono la vetrina del lavoro, e io purtroppo non sono la persona più adatta per interagire tramite la tecnologia, farmi foto e video, e raccontare al mondo la mia vita privata. Non mi piace molto il mettermi in mostra.

Che musica ascolti?
Ascolto davvero di tutto, dalla trap ai cantautori italiani, dal reggae al rock, insomma davvero molto vario. Dipende soprattutto dal mio mood del momento e magari dal concept che devo trasmettere in quello che sto creando.

www.facebook.com/artATTACKT/

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