Il poeta Franco Loi, tra i più grandi di quelli che hanno scritto in dialetto milanese, è morto il 4 gennaio 2021 a Milano all’età di 90 anni
Forsi û tremâ cume de giass fa i stèll
Forsi û tremâ cume de giass fa i stèll,
no per el frègg, no per la pagüra,
no del dulur, legriâss o la speransa,
ma de quel nient che passa per i ciel
e fiada sü la tèra che rengrassia…
Forsi l’è stâ cume che trèma el cör,
a tí, quan’ne la nott va via la lüna,
o vegn matina e par che ‘l ciar se mör
e l’è la vita che la returna vita…
Forsi l’è stâ cume se trèma insèm,
inscí, sensa savèl, cume Diu vör…(Forse ho tremato come di ghiaccio fanno le stelle
Forse ho tremato come di ghiaccio fanno le stelle,
no per il freddo, no per la paura,
no del dolore, del rallegrarsi o per la speranza,
ma di quel niente che passa per i cieli
e fiata sulla terra che ringrazia…
Forse è stato come trema il cuore,
a te, quando nella notte va via la luna,
o viene mattina e pare che il chiarore si muoia
ed è la vita che ritorna vita…
Forse è stato come si trema insieme,
così, senza saperlo, come Dio vuole…).
Era nato a Genova nel 1930. Trasferitosi a Milano nel 1937 con la famiglia, dopo aver intrapreso diversi lavori . Dagli anni Ottanta è diventato critico letterario e collaboratore di riviste e quotidiani. Dopo le raccolte degli esordi “I cart” (1973, con disegni di Eugenio Toniolo, Edizioni Trentadue) e “Poesie d’amore” (1974, con incisioni di Ernesto Treccani, Edizioni Il Ponte), Loi si è affermato con la raccolta “Stròlegh” (1975, con introduzione di Franco Fortini, Einaudi), uno sguardo penetrante e insieme visionario nel mondo operaio e popolare della Milano anni Quaranta e Cinquanta, cui hanno fatto seguito “Teater” (1978, Einaudi), in cui, come suggerisce il titolo, tutto si svolge come su una scena teatrale, e “L’angel” (1981, Edizioni San Marco dei Giustiniani; Mondadori 1994), una sorta di romanzo in versi in cui compaiono anche passi in genovese, emiliano e romanesco. Nel 2005 Einaudi ha pubblicato l’antologia “Aria de la memoria, Poesie scelte (1973-2002)”. Tra le sue raccolte più fortunate “Amur del temp” (Crocetti Editore, 1999, ripubblicata nel 2018). Ha ricevuto dal Comune di Milano l’Ambrogino d’oro e il Sigillo Longobardo della Regione Lombardia.