Lo Smithsonian, in particolare la sede museale del National Museum of American History, ha lanciato una call aperta a tutti per la creazione di una capsula del tempo digitale con le più belle storie raccontate da persone normali dell’anno appena passato, il 2020.
“Gli storici ricorderanno il 2020 come un periodo difficile: pandemia, crisi economica, violenza della polizia e proteste. Ma come ci si sente a far parte della storia? Vogliamo raccogliere una registrazione inclusiva, ampia e personale di questo momento: una capsula del tempo digitale per le generazioni future e come luogo di confronto. Questa è la tua occasione per essere ascoltato: dal tuo museo nazionale, dai tuoi compagni americani e dal futuro.” Così recita l’invito dello Smithsonian a partecipare alla creazione della propria parte della storia del 2020: non c’è bisogno di aver compiuto atti eroici, aver fatto parte della cosiddetta prima linea; basta semplicemente dare un punto di vista unico, diverso che contribuisca a fornire un’ulteriore sfaccettatura alla narrazione monodimensionale che dell’anno appena trascorso è stata fatta. Forse sono stati 365 troppo densi di avvenimenti per poter prendere che la propria voce, la propria storia ne entrino a far parte, ma questo non è quello che hanno pensato al National Museum of American History, il museo della storia americana facente parte del complesso museale più grande al mondo, lo Smithsonian. La partecipazione è molto semplice, basta collegarsi al sito e rispondere a una sola domanda: “com’è cambiata la tua vita in quest’anno?”. Poi bisogna inserire i propri dati, allegare qualche immagine e infine bisogna scegliere una parola che meglio descrive la propria storia. Insomma ci vuole molto poco per riuscire ad entrare a far parte della storia con la S maiuscola, basta solo un vostro racconto, intimo, personale, unico.