Barbara Paci, nota gallerista d’arte ed ex candidata sindaco a Viareggio, tuona contro lo stato di abbandono riservato alle opere di Turcato
“Non mi sembrava una cosa rilevante, spostare delle statue per restaurarle”. Questo il sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro rispondeva oltre un anno fa a qualcuno che su Facebook gli faceva notare i suoi silenzi circa le polemiche legate alle “Oceaniche”, sculture donate alla città nel 1990 dal grande artista Giulio Turcato e rimosse a causa di lavori da eseguire a Piazza Puccini. “Una polemica su una cosa banale può venir fuori da persone che strumentalizzano qualsiasi cosa per stupida battaglia politica”, proseguiva il primo cittadino. Una cosa non “rilevante”, “una cosa banale”: asserzioni che suonano cupe a chi si aspetta comprensione e rispetto per l’arte da parte di un amministratore.
Il contesto lo spiegava ancora Del Ghingaro: “i piedistalli avevano bisogno di manutenzione, erano corrosi e il vento poteva rendere pericolosa l’opera d’arte. Saranno sistemati, con tutti i crismi del caso e il tutto riprenderà nuova vita in un luogo più visibile. In maniera da farne risaltare ancora di più la colorata bellezza”. Ragioni comprensibili, anche se i tempi sono biblici, ma a questo in Italia siamo ormai abituati. Quello che non è comprensibile è piuttosto quanto scoperto in quel frangente da un consigliere dell’opposizione consiliare: ovvero che – come scrisse Il Messaggero – l’opera risultava “smontata e accatastata come immondizia tra le erbacce del deposito gestito dalla società comunale dei rifiuti”.
Della vicenda si torna a parlare oggi, perché – trascorso ancora un anno – se ne occupa Barbara Paci, nota gallerista d’arte ed ex candidata sindaco a Viareggio, che chiede lumi all’amministrazione. “Le ho trovate in pessime condizioni, non riposte come un’opera d’arte di quel valore, sia artistico che economico richiederebbe” ha raccontato la Paci. “In un deposito di villa Borbone, senza le tutele necessarie. Le vele, o meglio, le Oceaniche di Giulio Turcato devono essere assolutamente restaurate al più presto e ricollocate in piazza Puccini. Nel luogo dove l’artista le voleva per sua precisa volontà. Da storica dell’arte e tecnico in questo settore specifico non riesco ad immaginare il perché lasciare un’opera così importante donata alla città di Viareggio in questo stato di totale abbandono e noncuranza”.