Da martedì 12 gennaio riapre su appuntamento l’esposizione che presenta 120 opere dell’artista piacentino, tra quadri e sculture in gran parte inedite. A cura di Elena Pontiggia.
Dopo la temporanea chiusura a causa dell’emergenza Covid-19, martedì 12 gennaio 2021 riapre la personale di Giorgio Milani (Piacenza, 1946), La scrittura come enigma, allestita a Volumnia, lo spazio dedicato all’arte e al design, all’interno di una chiesa sconsacrata nel centro di Piacenza. Fino al 28 febbraio 2021, l’esposizione rimarrà aperta, a ingresso libero su prenotazione.
La rassegna, curata da Elena Pontiggia, propone 120 opere dell’artista piacentino, fra quadri e sculture in gran parte inedite, divise in dieci sezioni che documentano i suoi cicli più importanti, dalle Torri di Gutenberg alle Babeli e ai Poetari Oriente Occidente, dalle Sublimazioni alle Sindoni di Gutenberg e ai Canti ad Ombre Rare.
La cifra espressiva di Giorgio Milani ruota attorno ad assemblaggi di caratteri mobili in legno per la stampa non più in uso che l’artista trova e raccoglie nei magazzini di vecchie tipografie e ricicla come materiali per l’arte. Sono caratteri che, idealmente, conservano la memoria di tutto quello che hanno stampato, la memoria di tutto il sapere umano.
Quei legni intagliati, diversi per forma e misura, e anche per materia ed epoca di produzione, vengono usati non più come strumenti per lasciare sulla pagina l’impronta di lettere o altri segni, ma per costruire dei lavori tridimensionali; sono opere che non presentano parole e immagini stampate, quanto parole e immagini fisicamente reali, da toccare, oltre che da vedere.