Il ritrovamento delle spoglie dell’archeologo Asaad, assieme ai resti di altri due corpi, sarebbe avvenuto nella località di Kahlul, a est di Palmira
Tutto il mondo seguì con sgomento la sorte di colui che sarebbe passato alla storia come il “martire di Palmira”. Perché le atrocità commesse dall’Isis sono state tante, troppe, ma in questo caso colpivano un personaggio inoffensivo e indifeso. La cui unica colpa era quella di voler difendere i patrimoni artistici mondiali dalla furia distruttrice dello stato islamico. E simbolicamente, proprio una perla dell’archeologia mondiale come Palmira fu il luogo in cui nel 2015 Khaled al Asaad dopo esser stato torturato fu decapitato prima che il suo corpo fosse appeso ad una delle colonne più antiche della piazza principale.
Aveva 82 anni, Asaad, che era riuscito a salvare centinaia di statue nascondendole in luoghi sicuri. E da 50 era responsabile delle antichità del celeberrimo sito archeologico siriano. Contro cui i miliziani del califfato si accanirono ciecamente, se è vero che poche settimane dopo fecero esplodere con la dinamite il tempio di Bel, uno dei più conosciuti e meglio conservati. Un tempio dedicato a Bel (il “signore”), l’equivalente greco di Zeus, il Giove dei romani, consacrato tra il 32 e il 38 d.C..
Ora l’agenzia governativa siriana Sana annuncia il ritrovamento di quelle che sembrano essere le spoglie di Asaad, nel 2015 onorato come “giusto” al Giardino dei Giusti a Milano. Secondo la nota il ritrovamento delle spoglie dell’archeologo, assieme ai resti di altri due corpi, sarebbe avvenuto nella località di Kahlul, a est di Palmira. I resti del corpo di Assaad sono ora a Damasco in attesa del test del DNA che dovrà confermare o smentire l’identità.