Ho appena riletto lo splendido De Profundis, e la sublime Ballata del carcere di Reading di Oscar Wilde.
E per coincidenza: nel n.31 dei Classici dell’Arte, Rizzoli Editore, Milano, dedicato all’opera completa del pittore francese Toulouse-Lautrec ho trovato il ritratto dello scrittore irlandese Oscar Wilde – riprodotto a colori. Nell’apparato critico e filologico di G.M. Sugana, si legge: L’effigiato aveva conosciuto il pittore a Parigi, ma si era rifiutato di posare per lui. La presente effigie viene eseguita a memoria in occasione del processo che condannò lo scrittore a Londra; nel fondo si scorge un vago accenno al Tamigi. Ripreso da un disegno a penna pubblicato nella “Revue Blanche” nel maggio del 1895 e in un programma di teatro del 1896. Firmato in basso a sinistra. Il dipinto è del 1895, misura cm 58,5×48, si trova in California nella Collezione Lester, e mi piace immaginare il motivo per il quale Oscar Wilde ha rifiutato di posare.
Oscar Wilde in uno dei suoi soggiorni parigini ha dunque incontrato il pittore, assai noto per la sua espressività Impressionista, ma purtroppo gravemente deforme. Oscar Wilde era bello, sensibile e geniale viveur, affascinante affabulatore, e narcisistico cultore del mito di Apollo. Abbiamo a disposizione la testimonianza scritta del romanziere francese André Gide, che frammenta la narrazione dei suoi ricordi in due diversi momenti. Il primo incontro avviene a Parigi nel 1891, quando Wilde – ancora ricco e colmo di onori – si presenta in scena nella serata inaugurale di un suo lavoro teatrale. Un’occasione radiosa per ricevere l’applauso del pubblico accorso in massa, come già avviene a Londra, dove le sue commedie danno sempre il tutto esaurito. Si esibisce in livrea, come un lord inglese in un’occasione ufficiale, elegantissimo e affascinante nei modi e nelle parole, e anche nella testimonianza di Gide.
Possiamo presumere che a una di quelle premières abbia assistito anche Toulouse-Lautrec – da attento croniqueur del suo tempo – e che sia stata quella l’occasione di una visita a Wilde nel suo camerino? Sarà stata la deformità di Lautrec a disturbare l’altezzoso edonista, che forse neanche sapeva chi fosse quello strano e sgradevole individuo? Sarà stato questo il motivo del suo rifiuto di posare non riuscendo a sopportarne la presenza?
Il 25 maggio 1895 Oscar Wilde è processato e condannato per la sua omosessualità a due anni di lavori forzati dal Tribunale di Londra. A distanza di pochi giorni Toulouse-Lautrec pubblica in Revue Blanche un disegno – andato perduto – che ritrae il portamento nobile dello scrittore. È un geniale frutto della memoria visiva di un grande maestro della pittura, che viene in seguito utilizzato come disegno preparatorio del lavoro qui citato in apertura. Lautrec immagina lo scrittore invecchiato, obeso, una maschera triste, con le guance gonfie, con il rossetto e la marsina da lord inglese. Non più il trionfante protagonista delle soirées parigine.
E ora, riprendendo la cronaca di André Gide, ecco l’uomo nuovo incontrato nel 1986: Sempre prodigioso, restituito dal carcere. Ma fisicamente e psicologicamente distrutto dai due anni trascorsi nell’infernale carcere di Reading.
In Inghilterra, la legge che punisce l’omosessualità è stata definitivamente abrogata nel 1994.
In Inghilterra, Oscar Wilde ha ottenuto la riabilitazione civile insieme ad altre 60.000 persone – uomini e donne – nel 1917.