Il valore culturale, archeologico, storico e sociale dei patrimoni identitari, dall’antichità romana alla contemporaneità. Questo il tema attorno a cui ruota la IV edizione del Brescia Photo Festival, in scena dal 26 marzo al 18 luglio 2021.
Elio Ciol, Donata Pizzi, Gianni Berengo Gardin, Ferdinando Scianna, Maurizio Galimberti, Giovanni Gastel, Franco Fontana, Federico Veronesi e molti altri. Con l’arrivo della primavera, Brescia torna protagonista della fotografia in Italia. La IV edizione del Brescia Photo Festival, con la curatela artistica di Renato Corsini, è promossa dal Comune di Brescia e da Fondazione Brescia Musei con la collaborazione di MaCof – Centro della fotografia italiana. ll tema di quest’anno, Patrimoni, si collega alle celebrazioni per il ritorno in città della Vittoria Alata, una delle più straordinarie statue in bronzo di epoca romana, portavoce del valore culturale e identitario del patrimonio cittadino, dopo due anni di restauro a cura dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.
L’ideale inizio del Gran Tour tra le sedi del festival prende avvio dal Museo di Santa Giulia, nei rinnovati spazi espositivi del “Quadrilatero rinascimentale” delle gallerie alte del Monastero di Santa Giulia. In queste sale interamente rinnovate si tiene l’appuntamento più atteso di questa edizione, Alfred Seiland. IMPERIVM ROMANVM. Fotografie 2005-2020, la prima retrospettiva italiana del fotografo austriaco, che giunge in Italia dopo il successo delle esposizioni al Museo Romano Germanico di Colonia, alle Rencontres di Arles e all’Albertina di Vienna. La mostra presenta 136 immagini di grande formato, frutto di un lavoro quindicennale che Alfred Seiland ha realizzato attorno ai luoghi mitici della romanità, reinterpretati in modo sorprendente e inatteso.
Parte centrale della selezione è un nucleo di 20 inediti tra cui un portfolio di 6 scatti realizzati a Brescia tra il 2019 e il 2020, che coglie il patrimonio antico della città e ne documenta il valore monumentale e sociale, in costante cambiamento secondo canoni contemporanei, accompagnato da due video backstage del progetto.
Il percorso espositivo al Museo di Santa Giulia prosegue con Palmira. Una memoria negata, il reportage del fotografo friulano Elio Ciol, composto da 20 scatti, realizzato nel 2015 in Siria prima delle distruzioni inferte dall’ISIS a uno dei tesori più preziosi dell’umanità. La rassegna è corredata da un focus architettonico e urbanistico curato da Alberto Ferlenga, rettore dello IUAV di Venezia e professore ordinario di progettazione architettonica, dedicato alla prima rappresentazione pittorica di Palmira nel 1691, la monumentale Veduta di Palmira del pittore olandese Hofstede van Hessen, conservata presso l’Allard Pierson Museum di Amsterdam.
Donata Pizzi, con Roma in Africa: un viaggio fotografico, racconta attraverso 29 fotografie le suggestioni delle antiche città del Nord Africa, tra deserti e rovine romane. Il viaggio ha condotto l’artista da Volubilis in Marocco a Cirene in Libia, attraverso Timgad e Djemila nella regione della Cabilia, Tipasa lungo la costa algerina, Dougga, Thuburbo Maius, Sbeitla e il grande colosseo di El Djem in Tunisia, e ancora a Sabratha e Leptis Magna. Per tradurre in immagine intima quella luce, quelle immense distanze, Donata Pizzi ha tentato di ridurre il mezzo fotografico al minimo, utilizzando una piccola macchina panoramica, con un semplice obiettivo standard, come se guardasse attraverso la fessura del turbante dei Tuareg.
Eros, a cura Clelia Belgrado, presenta 25 fotografie di sculture che l’artista reggiano Bruno Cattani ha scattato all’interno dei musei, svelando il lato inedito delle opere classiche. “Eros raccoglie gli anni di appassionate indagini e affascinanti percorsi nell’universo della scultura, in cui l’autore ha saputo intercettare e plasmare quegli aspetti oscuri e nascosti del desiderio, che finalmente si rivelano, grazie ad uno sguardo capace di cogliere istinti e pulsioni, [ … ] in figurazioni di forte impatto visivo, come corpi vigorosi, dotati di profonda vitalità.” (Benedetta Donato, 2019)
Quale ideale conclusione della IV edizione del Brescia Photo Festival, a metà luglio, verrà presentato al Museo di Santa Giulia il restauro della gigantografia (cm 300×250) riproducente la facciata della chiesa dei Miracoli di Brescia, realizzata dal fotografo bresciano Giacomo Rossetti attraverso la giustapposizione di numerose stampe all’albumina.
L’itinerario diffuso in città del IV Brescia Photo Festival prosegue al Museo delle Armi “Luigi Marzoli”, nel Castello di Brescia che accoglie la mostra Vita da centurioni, che in 36 fotografie di scena e backstage oltre a 6 manifesti originali documenta i miti, le leggende, le avventure e le peripezie degli eroi del Peplum, uno dei generi più prolifici del cinema italiano, raccontando l’invenzione dei centurioni e dei gladiatori nelle pellicole del dopoguerra e rivedendo in forma spesso ironica e dissacrante il mito del militare romano.
Il MO.CA – Centro per le nuove culture ospita due rassegne: la prima, I luoghi della cultura, a cura di Renato Corsini e Carolina Zani, presenta le immagini del fotografo francese Thibaud Poirier scattate all’interno delle principali biblioteche europee, storiche e contemporanee, che dipingono “un ritratto surreale e senza tempo di questi monumenti artistici”. La seconda mostra, È Brescia, a cura di Renato Corsini, presenta sette grandi fotografi italiani – Gianni Berengo Gardin, Francesco Cito, Franco Fontana, Gianni Pezzani, Ferdinando Scianna, Luca Gilli, Giovanni Chiaramonte – che raccontano Brescia e le sue eccellenze culturali con il loro obiettivo.
Come anteprima del Festival, a partire dalla fine di febbraio, il MO.CA accoglierà anche una mostra-omaggio, dedicata al ritorno della Vittoria Alata: Bellissima. 20 fotografi travolti da un insolito splendore. La mostra, curata da Mario Trevisan, propone le opere di più di venti fotografi, tra i più importanti della scena italiana, quali Silvia Camporesi, Giovanni Chiaramonte, Renato Corsini, Maurizio Galimberti, Giovanni Gastel, Nino Migliori, Ferdinando Scianna e altri artisti, che hanno deciso di lavorare su questa straordinaria scultura, vera Musa della rassegna fotografica del 2021.
Ancora al MO.CA, Federico Fellini / “dietro le quinte”, testimonia l’opera di quello che è stato definito una pietra miliare della cinematografia del secondo Novecento e, appunto, un “patrimonio” italiano. Accanto all’esposizione di alcuni manifesti dei suoi film più conosciuti, si racconta, attraverso circa 50 scatti prevalentemente vintage – eseguiti da Sandro Becchetti, Tazio Secchiaroli, Agenzia Dufoto – un Fellini più privato rispetto alla sua immagine ufficiale legata al ruolo di regista: l’uomo al di là del mito e dietro le quinte.
Spazio Contemporanea ospita la rassegna Le cattedrali del lavoro, a cura di Renato Corsini e Paolo Conforti e con il supporto di Fondazione ASM, nella quale gli scatti di Matteo e Stefano Rodella (Bams Photo), accompagnano il visitatore nei luoghi dell’archeologia industriale di Brescia e della sua provincia, sorti nell’immediato dopoguerra, documentando alcuni straordinari testimoni dello sviluppo industriale, capaci di farci riflettere su una storia economica e sociale che ha caratterizzato forti metamorfosi urbane.
Sempre a Spazio Contemporanea, per la cura di Renato Corsini e Albano Morandi, si terrà 1921/2021. Omaggio a Joseph Beuys: ritratti, sequenze fotografiche e scatti di ambientazione – eseguiti da Renato Corsini durante la storica intervista che il critico d’arte Pierre Restany fece all’artista nel 1980 – raccolti in una mostra di grande valore iconografico e culturale, nel centenario della nascita di Beuys.
La difesa del patrimonio faunistico è l’oggetto dell’indagine che Federico Veronesi ha svolto con il suo reportage condotto in Africa. La mostra Wildlife, a cura di Carolina Zani, allestita al Museo civico di Scienze naturali, presenta una serie di fotografie di grandi dimensioni dei più affascinanti mammiferi africani.
Il BunkerVik, già a partire dal 19 marzo, ospita Brescia from Instagram #BSfromIG, una mostra, curata da Iris Burgia e Mimmo Cortese, che nasce dal desiderio di portare dalla virtualità di Instagram alla realtà le fotografie postate, che raccontano la città vista dagli utenti. Esponendo le fotografie condivise e raccolte tramite l’hashtag #BSfromIG si cerca di riportare ad un livello di realtà quello che accade in rete, con l’obiettivo di coinvolgere gli utenti in modo attivo e diretto. La mostra espone scatti di Piazza Loggia, Tempio Capitolino, Castello, così come Piazza Vittoria.
Alla Fondazione Poliambulanza si potrà ammirare la prima tappa di una mostra itinerante dal titolo Mirabili radici. Il sito UNESCO di Brescia nelle fotografie di Alessandra Chemollo, a cura di Alessandra Chemollo e Francesca Morandini, con le fotografie dei luoghi riconosciuti patrimonio UNESCO nel 2011, come il Complesso Monumentale di Santa Giulia, prima e durante la retrospettiva dedicata all’architetto e artista Juan Navarro Baldeweg, il Capitolium, durante e a conclusione della realizzazione del nuovo allestimento della cella orientale con la Vittoria Alata restaurata, le Domus e il Santuario repubblicano.
Presso il Museo Mille Miglia si potranno ammirare gli scatti di Giacomo Bretzel, che, grazie alla sua passione per le auto d’epoca, testimoniata dalla sua assidua partecipazione alla Mille Miglia, ha nel corso degli anni fissato con il suo banco ottico su carta ai sali d’argento prototipi e automobili d’epoca, con un risultato di grande impatto estetico. Il IV Brescia Photo Festival allarga i propri orizzonti anche alla provincia di Brescia. Presso la Biblioteca di Vobarno, in Valle Sabbia, i grandi alberi sono i protagonisti della mostra Humus di Gianni Pezzani che fissa il patrimonio dei boschi italiani nelle sue foto alla ricerca di una natura incantata.
Come da tradizione, Brescia Photo Festival proporrà un palinsesto fringe dove gallerie d’arte, librerie, biblioteche e la rete delle boutique del centro si apriranno per accogliere interventi espositivi, focus, conferenze e proposte editoriali tematiche. Il progetto di collaborazione con le gallerie d’arte è curato da Albano Morandi.