A Roma, in un palazzo storico del centro, un palinsesto di serate, incontri e dibattiti per proporre le arti come esperienze irripetibili.
Spazio Taverna nasce con l’obiettivo forte e inedito di ridisegnare le linee della fruizione delle arti, sostituendo la rigidità categorica con una percezione fluida della creatività. Durante i primi quattro mesi di attività, sei serate sono state svelate con cadenza bisettimanale proponendosi come possibilità esperienziali a cui approcciarsi senza i preconcetti e i pregiudizi di una mostra, di un talk, di uno spettacolo o di una performance. Il programma continua a strutturarsi prediligendo l’eterogeneità delle angolazioni e il dialogo tra le arti.
Durante una serata a Spazio Taverna, si ha chiaramente la sensazione di assistere a qualcosa che sta accadendo, una genesi di contenuto, una costruzione attenta, uno scambio di energie. Il progetto di fatto ha come scintilla ideativa un tentativo nuovo di immaginare veicoli di fruizione che escano dai limiti delle etichette e che raccontino un tempo di trasformazione e transizione costanti. Gli ideatori dell’esperimento sono Ludovico Pratesi, nella veste di direttore artistico del progetto, e Marco Bassan, curatore dello spazio.
Siamo in un contesto profondamente eloquente: Palazzo Orsini Taverna, animato negli anni Settanta dagli Incontri Internazionali d’Arte e dalla cerchia intellettuale di Graziella Lonardi Buontempo. Un luogo in qualche modo destinato già da tempo all’espressione artistica. Le stanze che hanno visto passare Achille Bonito Oliva e Bruno Corà, Luigi Ontani e Joseph Beuys, Gino De Dominicis e Andy Warhol, diventano oggi un dispositivo possibile per comprendere, attraverso l’input creativo, le sfaccettature del tempo presente, proiettandosi sulle potenzialità del domani. Sulla linea di questa ricerca immaginativa sul futuro, che spinge a un approccio audace e visionario, il progetto prende vita con il patrocinio EIIS (European Institute for Innovation and Sustainability) che ha come obiettivo quello di far interfacciare il mondo della creatività artistica alla dimensione imprescindibile dell’innovazione tecnologica.
Lo spazio non si configura quindi come espositivo, ma piuttosto come produttivo: è un contesto che muta i suoi significati seguendo percezioni diverse, sguardi inediti e operazioni complementari. Finora ci si è incontrati per discutere di storie, condizionamenti epocali e sfide future, confermando la natura di Spazio Taverna come ambiente ibrido, aperto a flussi imprevedibili e dinamici. Un nuovo teatro di serate proibite, narrazioni in presenza ma non tradizionalmente documentate, esperimenti completamente online, intrecci di visioni, comunque accomunati da un’attenzione pura e intelligente rivolta all’atto creativo.
Avvenimenti
Ogni artista o curatore che viene invitato a realizzare una serata ha il solo obbligo di scegliere almeno un’altra persona a cui accompagnarsi. In questa direzione, emerge la volontà di manifesto di rendere protagonista lo spazio, con evocazioni e pensieri che cambiano in base a chi, di volta in volta, lo abita, con idee diverse, appartenenti anche a mondi lontani e a reti disciplinari apparentemente incongruenti.
Nel tempo specifico e delimitato di un evento lo spazio diventa la tela e quello che accade è la vera scintilla artistica. Ogni serata viene costruita come un progetto a sé stante e peculiare, che privilegi proposte di carattere immersivo e contaminato e che offra ai presenti (online e offline) nuove intuizioni possibili, mantenendo un senso di comunione dell’esperienza e di avvicinamento tra arte e pubblico. A Spazio Taverna viene messa al centro la prospettiva degli artisti, il loro modo da sempre inclassificabile di percepire e rielaborare le complessità delle singole epoche. L’intenzione è quella di accostarsi in modi diversi a questa trasversalità tipica della lettura artistica della realtà e renderla l’ispirazione principale per riflettere su più piani, sui punti di contatto tra le diverse sfere della creatività, sui temi nodali di intersezione. Questi avvenimenti, più che eventi veri e propri, si assumono il rischio di esplorare un territorio incerto, non noto e non perfettamente definibile, attraverso uno sguardo diversificato ma comune, e la volontà, così facendo, di essere generatori di contenuto. Le serate sono incontri tra personalità, specialità e pubblici, affondando le radici nell’humus di un momento storico di allontanamento e distanza.
Gli avvenimenti esperienziali sono passati attraverso un riferimento a Boccioni di Namsal Siedlecki, una casella vuota di Angel Moya Garcia, una performance di Silvia Giambrone, una serata proibita di Gian Maria Tosatti, un Buren di Luca Lo Pinto, una rielaborazione di Fountain di Cesare Pietroiusti, e proseguono a partire da Febbraio con un nuovo calendario trimestrale. Lunedì 22 prenderà vita una nuova proposta con l’artista Gianluca Brando e l’interprete Vittoria Carli che coinvolgeranno i presenti in una performance “di coppia”. Gli incontri del lunedì proseguiranno l’8 marzo con lo stilista Antonio Marras, invitato da Clara Tosi Pamphili; il 22 marzo con Giuseppe e Gianni Garrera, esperti di collezionismo attraverso le arti; e il 12 aprile con una lettura dei tarocchi d’autore insieme alla scrittrice Rosa Matteucci e allo Studio Tomás Saraceno.
Prospettive
Con i Taverna Lab, l’attività laboratoriale si definisce nel promuovere momenti di dialogo e incontro tra professionisti appartenenti a mondi diversi. Arti e imprese si coadiuvano per contaminarsi e produrre tessuti alchemici che oltrepassino i confini prestabiliti. Finora i Checkpoint Taverna si sono definiti come momenti di costruzione, di analisi e di indagini, sintetizzati in uno scambio mutuale prezioso. Protagonista indiscussa la città di Roma con le sue luci e le sue contraddizioni, vista attraverso gli occhi dei giovani artist run space della capitale (17 Gennaio 2021) e con quelli di critici esperti di discipline diverse (14 Febbraio 2021). Le istanze emerse lasciano intendere la volontà di Spazio Taverna di rappresentare un luogo franco di discussione, un magnete di nuovi stimoli e un generatore di vibrazioni e di impatto. Spazio In Situ, Post Ex, Spazio Mensa, confrontandosi, hanno avviato un processo di unificazione come scena artistica e nuova scuola romana. Clara Tosi Pamphili (moda), Fabio Ferzetti (cinema), Valerio Mattioli (musica), Giuseppe Garrera (arte) e Paolo di Paolo (letteratura) si sono riuniti ieri per intrecciare le loro percezioni in presenza e per proporle online a chiunque voglia diventare ascoltatore e in qualche modo parte di una rete diffusa.
Allo scoccare dei primi quattro mesi di attività la prospettiva che si concretizza è quella di allargare il raggio d’azione alle diverse dimensioni creative e costruttive che lo spazio cerca di condurre a un dialogo propositivo e sorpendente.
Il Premio Taverna-EIIS è dedicato agli artisti invitati nell’intero palinsesto. A fine giugno 2021 una giuria si riunirà con lo scopo di premiare l’esperimento più affine alla filosofia innovativa dello spazio. Il premio consiste nell’acquisto di un’opera dell’artista vincitore. A coronare l’istituzione del premio, verrà realizzato dall’artista vincitore il primo Talismano Taverna in palladio, simbolo dell’identità concettuale e comunicativa dello spazio.
Spazio Taverna intende riflettere inoltre sui valori e sui nuovi significati del collezionismo d’arte contemporanea nel XXI secolo. Nel corso del 2021, verrà avviata una collezione strettamente legata allo spazio.
Le prospettive future sembrano anticipare un’evoluzione definita e una costruzione graduale di struttura. Oggi, Spazio Taverna è un progetto senza eguali, che attesta, con la sua unicità, l’impossibilità di afferrare l’essenza della produzione artistica, ma allo stesso tempo l’importanza di osservarla con uno sguardo d’insieme, critico e lungimirante.
Spazio Taverna
Via di Monte Giordano 36
www.spaziotaverna.it