“Tu hai le montagne di Rio negli occhi”, scrive Le Corbusier a Oscar Niemeyer dopo la sua esperienza in Brasile. Da qui prende spunto il titolo della mostra che cambia la percezione della superficie reale delle cose grazie ai gialli, i rosa, i verdi, gli azzurri, gli arancioni e i rossi, spesso fluo, che Negri ha creato attraverso un costante lavoro tra pellicole, vetro, pittura, disegno. La mostra, Ho le montagne negli occhi, è visitabile alla galleria MEB Arte Studio di Borgomanero fino a fine febbraio.
Opere che strabordano dalla forma rigida in cui l’artista le ha pensate, attivandosi sulle pareti della galleria con segni a matita che richiamano il ruolo della geometria e tridimensionalità del percorso dell’artista. Negri ha porzioni di cielo negli occhi, memorie di spazi forse immaginati, o visti in momenti felici in gita per le montagne della Lombardia, dove il cielo tagliato dalle montagne si evolve in tanti colori e vibrazioni evadendo dal contesto tradizionale dei luoghi chiusi, giungendo verso nuovi spazi, forse galassie o pianeti desiderati.
Forme nette e appuntite, realizzate su carta e su vetro in materiali assemblati come grafite, pellicole, alluminio, spray con colori intensi e vivaci, e rimandi architettonici costruiscono il percorso di mostra che Matteo Negri ha realizzato appositamente per lo spazio di MEB Arte Studio con opere inedite.
Nel periodo dell’isolamento Negri ha realizzato il video “Il Cielo…Dentro” creato per il progetto di Casa Testori “Artist & Son”, dove, con le sue quattro figlie, riprende una porzione di cielo attraverso un quadrato ritagliato. Un gesto apparentemente semplice fatto di righe nette, di appunti e pensieri, di rielaborazioni e fantasie, di galassie e di altri pianeti: idee ispirate da un lucernario di casa sua in cui si scorgeva una grande parte di cielo.
Questo azzurro e questo taglio netto hanno diretto l’artista a realizzare opere dall’approccio ancor più tridimensionale, tanto da spingerlo a creare un’installazione site specific sulle due vetrate della galleria, sul fil rouge di questa geometria di spazi e di colori. Diversa, ma similare come attitudine, anche la serie di otto lavori presentata a parete, sempre e in dialogo con lo spazio della galleria, trasformandolo in una installazione immersiva.