La mostra Ri-tratto Rosso – Elisabetta Catalano guarda Federico Fellini celebra e approfondisce il rapporto artistico tra i due. Presso il Teatro 1 degli Studi di Cinecittà fino al 21 marzo 2021
Celebrata come fotografa di caratura internazionale, Elisabetta Catalano sin dagli anni Settanta ha contribuito a eternare l’immagine di artisti ed esponenti della letteratura, dello spettacolo, della cultura e dell’arte. Il suo è un esordio decisamente particolare: presentata a Federico Fellini dal regista Guidarino Guidi, viene scelta per interpretare il personaggio della sorella di Luisa (Anouk Aimée) in 8 ½. Sul set, tra un ciak e l’altro, grazie a una vecchia Mamiaflexdel padre inganna il tempo fotografando ciò che vede. Il risultato viene pubblicato su L’Espresso e Il Mondo, aprendole le porte di molte altre riviste internazionali come l’edizione americana e quella francese di Vogue.
Colpito dalla sua sensibilità, Fellini non solo la vorrà nuovamente a fotografare i set di numerosi suoi film ma poserà moltissime altre volte per lei nel corso della vita. Affidandole, tra il 1963 e il 1993, l’esecuzione di diversi ritratti che verranno scelti come immagine di copertina di alcuni libri pubblicati dal regista riminese. Al volto di Fellini, nel tempo, se ne aggiungeranno parecchi: come quello di Michelangelo Antonioni, Pier Paolo Pasolini, Mina, Audrey Hepburn, Monica Vitti, Luchino Visconti, Italo Calvino o Andy Warhol.
Certamente, però, la collaborazione più importante e duratura rimane quella con il visionario regista italiano: la mostra Ri-tratto Rosso – Elisabetta Catalano guarda Federico Fellini, ospitata presso il Teatro 1 negli Studi Cinecittà, nasce con l’intento di celebrare questo rapporto artistico e far conoscere attraverso gli occhi della fotografa un punto di vista privilegiato sulla poetica e sulla produzione del cineasta. La Catalano, definita da Alberto Arbasino «un genio della ritrattistica camuffata da bella donna», sarà infatti presente sui set di Giulietta degli spiriti (1965), Fellini Satyricon (1969) Prova d’orchestra (1979), La città delle donne (1980)e La voce della luna (1990).
Come si può comprendere osservando le immagini realizzate durante le riprese di Fellini Satyricon, la Catalano non si limita a fare semplicemente la fotografa di scena: i suoi ritratti a mezzo busto, che oggi definiremmo decisamente camp, ci restituiscono quella immagine coloratissima ed eccessivamente pop che il regista era riuscito a trasporre dalla sua fantasia alla pellicola. Anche il titolo scelto, Ri-tratto Rosso, sarebbe piaciuto molto a Fellini: per la precisa volontà di giocare creativamente con il tipico segno tracciato da Elisabetta Catalano con questo colore, per indicare le foto scelte tra le tante scattate. E, in effetti, i provini esposti sono una fonte inesauribile di suggestione.
La mostra fotografica e multimediale, curata da Aldo Enrico Ponis con la direzione artistica di Emanuele Cappelli, invita lo spettatore a immergersi nel gioco di sguardi che si crea tra la fotografa e i soggetti: che siano un momento di riposo sul set cinematografico, pose per ritratti ufficiali o gesti decisamente più spontanei c’è sempre qualcosa di magicamente sospeso nei lavoridi Elisabetta Catalano. Un immaginario ben riassunto dall’allestimento firmato dalla Cappelli Identity Design, tutto teso a sottolineare quel gusto per il gigantismo tipico del regista grazie agli enormi teli bianchi che rimandano alla spazialità aerea di uno studio fotografico che incontra un ambiente di scena. Il vasto e vastissimo formato delle oltre 60 immagini riprodotte, alcuni fondali originali utilizzati per gli scatti, il tappeto sonoro che richiama il vento, le musiche curate da Federico Landini e i giochi di luce contribuiscono a rendere questa esposizione un vero e proprio viaggio all’interno di due realtà artistiche, quella di Federico Fellini e di Elisabetta Catalano, dal cui intreccio è scaturito il bello.
Chiude la mostra una interessante ricostruzione di parte dello studio della fotografa, caratterizzata dal tavolo di lavoro, dalle macchine fotografiche e dagli spot realmente appartenuti e utilizzati da Elisabetta Catalano: al visitatore il piacere di spiare questo luogo dove sbocciavano meraviglie.