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Innovazione sociale al museo ai tempi del Covid19: il Children’s Museum di Verona verso il primo polo sperimentale dell’età evolutiva

Stanza della Luce del Children's Museum Verona, Courtesy of CMV, Photo by Carolina Zorzi Stanza della Luce del Children's Museum Verona, Courtesy of CMV, Photo by Carolina Zorzi
Attività nella Genius Zone del Children's Museum Verona, Courtesy of CMV, Photo by Carolina Zorzi
Attività nella Genius Zone del Children’s Museum Verona, Courtesy of CMV, Photo by Carolina Zorzi

Al Children’s Museum di Verona è in cantiere un progetto pilota per sperimentare terapie riabilitative per bambini affetti da disabilità o fragilità temporanee.

Professionisti del settore museale e specialisti dell’età evolutiva uniti per dare vita all’ambizioso progetto di un polo sperimentale per i bisogni del bambino e il benessere della famiglia.

Accade a Verona, all’interno del giovanissimo Children’s Museum, con la collaborazione di International Inner Wheel Club Verona Bee Lab e Studio Incipit – Family Care, il patrocinio della Rete Nazionale dei Musei dei Bambini e il sostegno economico della comunità veronese.

Un progetto coraggioso e necessario, figlio di un momento storico senza precedenti, dove la crisi di Covid19 e la conseguente chiusura prolungata di scuole, spazi educativi e luoghi per l’apprendimento informale ci ha portato a parlare di deprivazione educativa e culturale per bambini e adolescenti.

Genius Zone del Children's Museum Verona, Courtesy of CMV, Photo by Carolina Zorzi
Genius Zone del Children’s Museum Verona, Courtesy of CMV, Photo by Carolina Zorzi

A questa problematica, già sollevata da Save the Children a tre mesi dall’inizio della pandemia, si aggiunge la fragilità economica delle molte famiglie italiane che, a seguito della precarietà lavorativa dell’ultimo anno, temono e rischiano di non potere sostenere i costi di terapie necessarie allo sviluppo psicofisico e cognitivo dei loro figli.

A colmare questo vuoto fra bisogni e possibilità arriva la proposta di “Children’s Museum! Mind the Gap!”, il progetto pilota che mira a ridefinire il ruolo del museo anche in termini di inclusività e welfare attraverso l’erogazione di una serie di servizi gratuiti.

Il progetto, ideato e coordinato da Caterina Lorenzetti, punta a rendere la visita al museo più accessibile e idonea allo svolgimento di gioco-terapie per bambini, esperienze psicomotorie e di integrazione sensoriale. Gli spazi e gli exhibit del museo saranno infatti utilizzati come strumento di riabilitazione attraverso attività di psicomotricità, musicoterapia e logopedia. A queste si aggiungono sportelli di consulenza educativa, cicli di incontri e percorsi psicologici con terapisti del settore per genitori di bambini con bisogni speciali che ne faranno esplicita richiesta.

Stanza della Luce del Children's Museum Verona, Courtesy of CMV, Photo by Carolina Zorzi
Stanza della Luce del Children’s Museum Verona, Courtesy of CMV, Photo by Carolina Zorzi

Più realtà che sogno a occhi aperti, Mind the Gap! ha già lanciato la sua campagna di crowdfunding per l’avvio del progetto attraverso la piattaforma Produzioni dal basso, con l’obiettivo di iniziare a erogare i servizi al raggiungimento della quota minima di 20.000 euro.

Quello del Children’s Museum di Verona, nato nel 2019 e diretto da Lucio Biondaro e Alessio Scaboro, è il virtuoso esempio di come un giovane museo possa fare la differenza per la sua comunità, rispondendo in maniera celere ed efficace alle esigenze e ai bisogni intercettati.

Esperimento che, se replicato da realtà simili, potrebbe portare a una nuova percezione del museo da parte dei cittadini e alla riaffermazione del suo ruolo di pubblica utilità per il Paese in un momento così delicato.

Informazioni sul progetto:

Sito web: www.cmverona.it/mindthegap

Contatti: segreteria@cmverona.it

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