Il ministro Franceschini ammette che bar e case private sono più pericolosi di teatri e musei in chiave contagio. Però questi ultimi restano sostanzialmente chiusi
“Nei teatri e nei cinema, già nella riapertura estiva, c’erano misure di sicurezza molto rigide che si sono rivelate efficienti: mascherina, distanziamento, igienizzazione delle mani, sanificazione dei locali”. Sembrano parole pronunciate chissà quante volte dai tanti che hanno avuto più di qualcosa da ridire sulla gestione delle strutture culturali in epoca di pandemia Covid. E invece a pronunciarle è – udite udite – il ministro per i beni culturali Dario Franceschini. Ovvero il principale destinatario delle medesime lamentazioni. L’ha fatto rispondendo a Paolo Conti per una lunga intervista uscita sul Corriere della Sera.
Il vostro comprendonio vacilla? Allora contestualizziamo il passaggio. Che era detto in risposta alla sollecitazione dell’intervistatore, che suggeriva “La sicurezza è indispensabile…”. E il ministro premetteva: “È una assoluta priorità. Ma in questi mesi abbiamo capito che i luoghi più pericolosi sono quelli dove ti togli la mascherina: ristoranti, bar, case private”. Dunque? Bar e case sono più pericolosi di teatri e musei, però questi ultimi restano sostanzialmente chiusi (aprirli nei giorni feriali è poco più che un palliativo)?
Ma eccola, la domanda sui musei. “Come va la riapertura dei musei nelle zone gialle?”. Dribbling alla Ronaldo di Franceschini: “Nel 2019 più del 50% del turismo era straniero. Quando ti scompare il turismo straniero e cala la mobilità interna tra regioni, i numeri crollano”, inizia con il constatare. “Abbiamo dato un segnale preciso di ottimismo guardando al futuro della cultura. Le riaperture sono state graduali perché ciascun museo ha diverse caratteristiche per assicurare la necessaria sicurezza: distanziamento, contingentamento dei numeri, mascherine, igienizzazione degli ambienti, accessi diversificati. Si è scelto di non aprire nel weekend, tema che dovremo affrontare: nei fine settimana ci potrebbero essere problemi di affollamento, come si è visto ai Musei Vaticani. Stiamo ragionando perché progressivamente, nelle condizioni di massima sicurezza, si vada alla riapertura di tutti i luoghi della cultura”.