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Stupore e tremori di Amélie Nothomb: ovvero la discesa agli inferi di una giovane lavoratrice

Vento del Sud, Cielo sereno Katsushika Hokusai, Public domain, via Wikimedia Commons Vento del Sud, Cielo sereno Katsushika Hokusai, Public domain, via Wikimedia Commons
Vento del Sud, Cielo sereno Katsushika Hokusai, Public domain, via Wikimedia Commons
Vento del Sud, Cielo sereno Katsushika Hokusai, Public domain, via Wikimedia Commons

Ventenne, belga, alla sua prima esperienza lavorativa e con l’entusiasmo di chi ha tutto da giocarsi, Amélie Nothomb, inizia il suo lavoro alla Yamamoto l’8 gennaio 1990 (nella terra che le ha dato i natali e che per vicissitudini familiari ha lasciato). Assunta per occuparsi delle traduzioni Amélie vive i suoi 365 giorni in azienda con incontrollato ottimismo e fiducia; animata dalle migliori intenzioni ma ignara delle regole non scritte, la giovane Nothomb colleziona gaffes su gaffes e resiste ostinata alla progressiva retrocessione che la porterà a scendere fino all’ultimo gradino della scala gerarchica dell’azienda: l’addetto alla pulizia dei bagni.

In un romanzo che ha molto di autobiografico, Amélie Nothomb racconta il Giappone attraverso le gerarchie, le abitudini, le stranezze della Yamamoto, l’azienda per la quale lavora. La Nothomb è un’autrice belga, nata nel 1967 a Kobe, Giappone, che ha trascorso infanzia e giovinezza tra l’Asia e l’America, al seguito del padre diplomatico; oggi l’autrice ha all’attivo una trentina di romanzi, tutti usciti in Italia per i tipi Voland e Guanda. Autrice infaticabile, con una media di pubblicazione di un romanzo l’anno, il 25 febbraio uscirà in Italia – sempre per Voland – il suo 29° romanzo Gli aerostati: una celebrazione della lettura e della giovinezza, con lo stile sagace e acuto che la contraddistingue.

Tokyo © Amy Kritzer Austinfoodmagazine.com
Tokyo © Amy Kritzer Austinfoodmagazine.com

Tra lo stupefatto e l’inconsapevole, tra il grottesco e l’ironico, la Nothomb-autrice racconta i giorni della giovane Nothomb-protagonista nella grande azienda giapponese: dal primo momento alla Yamamoto, si intuisce che la giovane belga non avrà vita facile. Ogni azione che Amélie porterà a termine sarà tendenzialmente sbagliata e mai troverà approvazione da parte dei suoi superiori, diretti o indiretti. Stupore e tremori è davvero un eccentrico esempio di determinazione e devozione alla causa, un’esperienza paradossale dove la protagonista mostra la sua abnegazione ad un posto di lavoro che non la vuole: in principio per la provenienza, poi perché perfettamente bilingue, poi – per assurdo – perché capace, per poi innescare meccanismi di invidia da parte del suo diretto superiore Fubuki Mori, rampante ventisettenne totalmente devota alla causa e terrorizzata di perdere la posizione acquisita.

A Fubuki Mori, bellissima e glaciale, Amélie guarda con ammirazione e ingenuità, aspettandosi di trovare un’accogliente guida che la conduca nei suoi mesi alla Yamamoto, ma il sentimento non solo non è ricambiato: Mori mostra accanimento, rifiuto e una discreta dose di sadismo nei confronti della collaboratrice; d’altronde nomen omen, Fubuki in giapponese significa “tempesta di neve”, non di certo un buon presagio. Ma Amélie non molla, prende coscienza del fatto che tutti si aspettino che rassegni le dimissioni prima del tempo, e lei non lo fa: è radicata nella volontà di mostrare quanto abbia interiorizzato l’attitudine giapponese della perseveranza, e resisterà fino alla fine.

Titolo: Stupore e tremori

Autore: AmélieNothomb

Traduttore: Biancamaria Bruno

Casa editrice: Voland

Anno di pubblicazione: 2001, nuova edizione 2017

Pagine: 112

Prezzo: 13 euro

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