Viene svelata La Ferita di JR, artista contemporaneo tra i più celebri al mondo, che reinterpreta la facciata di Palazzo Strozzi a Firenze con una nuova opera site specific che riflette sull’accessibilità ai luoghi della cultura nell’epoca del Covid-19.
Coprire e svelare, aprire in un momento di chiusura. Uno squarcio che dischiude il palazzo cinquecentesco e diventa manifestazione visiva del dramma che ha colpito musei ed enti artistici in tutto il mondo. La culla dell’arte rinascimentale (ma non solo) si fa teatro di una messa in scena site-specific e time-specific. L’installazione di JR si inserisce infatti in un contesto preciso – Palazzo Strozzi – e in un momento storico altrettanto definito – la pandemia da Covid-19, con relativa chiusura delle istituzioni culturali. Un dialogo tra antico e contemporaneo che azzera le differenze e pone tutte le forme d’arte di fronte alla stessa minaccia. La stessa che, del resto, stiamo affrontando tutti noi.
Alta 28 metri e larga 33, la monumentale installazione di JR propone una sorta di squarcio visivo sulla facciata di Palazzo Strozzi, che si apre alla visione di un interno reale e immaginato allo stesso tempo. L’opera, realizzata con un collage fotografico in bianco e nero tipico dello stile dell’artista, è costruita come una anamorfosi. Un gioco illusionistico in cui, osservando da un preciso punto di vista, si schiudono davanti agli occhi, proprio come all’interno di una ferita, diversi ambienti del museo: il colonnato del cortile, un’immaginaria sala espositiva – dove si intravedono la Primavera e la Nascita di Venere di Botticelli, insieme al Ratto delle Sabine di Giambologna – e una biblioteca.
Inserendo opere iconiche del patrimonio artistico fiorentino e citando direttamente un luogo reale come la biblioteca dell’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento, JR propone una diretta e suggestiva riflessione sull’accessibilità non solo a Palazzo Strozzi ma a tutti i luoghi della cultura nell’epoca del Covid-19. Palazzo Strozzi diviene così corpo di una ferita, simbolica ma dolorosa, che accumuna tutte le istituzioni culturali italiane e non solo.
C’è anche un vago, ma non troppo, sentimento voyeuristico nel gettare l’occhio all’interno di un luogo inaccessibile. Una frattura dolorosa, quindi, ma anche un varco propedeutico ad avvicinare il pubblico. Una porta in grado di aprire a uno scambio, una proficua contaminazione tra il museo, la città e i suoi cittadini. Come sottolineato dall’artista, chiunque passeggi per strada e si imbatta in questa ferita è chiamato a colmarla con la propria storia, la propria interpretazione. Così facendo l’opera supera la sua natura effimera ma punta a smuovere, a risvegliare qualcosa in tutti noi in modo duraturo. L’appello partecipativo della città è un elemento chiave di questa, come le altre, opere di JR.
L’installazione si inserisce all’interno di Palazzo Strozzi Future Art, nuovo programma della Fondazione Palazzo Strozzi nato dalla collaborazione con Andy Bianchedi in memoria di Hillary Merkus Recordati.