Fotografia e cortometraggio, linguaggi che si incontrano nella personale di Barbara Pigazzi allo Spazio Kryptos di Milano, a cura di Francesca Interlenghi
Through the shadow and the soul è il titolo affidato al percorso della mostra di Barbara Pigazzi, protagonista dello Spazio Kryptos del capoluogo lombardo, definita dalla duplicità progettuale di linguaggi: fotografia e video, o meglio cortometraggio.
“Una mostra che è certamente un punto di approdo ma anche un nuovo punto di partenza per l’artista”, suggerisce Francesca Interlenghi, curatrice della mostra. Anticipando la volontà intrinseca svolta dalle opere: una ricerca intima, profonda, che appare scatto dopo scatto e fotogramma dopo fotogramma, acuita nella diarchia del bianco e nero, ove le ombre e le luci paiono tradurre un personalissimo sillabario che la Pigazzi porge all’astante in foggia di surreale narrazione visiva.
È ancora Francesca Interlenghi raccontare il lavoro dell’artista nel testo critico che accompagna la mostra. “Dopo anni spesi in una estenuante ricerca di sé stessa, Pigazzi è finalmente pronta a traslare il discorso da sé all’Altro, mantenendosi fedele alla propria cifra stilistica ma con uno sguardo che in qualche modo si allarga, contempla orizzonti altri: l’Altro appunto“. Tale traslazione avviene per via intangibile, sono i sensi a raccordare la visione sinestetica che si affianca agli scatti, una visione, tra l’altro, che non ha riverbero soggettivo, bensì tenta, riuscendovi, di allacciare un fil rouge con una esplorazione corale e che, attraverso la molteplice presenza femminile, pone il focus su “temi di portata universale: l’amore e il dolore, l’abbandono e la vulnerabilità. La struggente profonda bellezza che la fragilità è capace di rivelare”.
Al senso di immanenza onirica che affiora dalle immagini fa da contraltare, in un luogo altro dello Spazio Kryptos, il cortometraggio, titolato, emblematicamente, Non esserci. Che segna, inoltre, una evoluzione della poetica di Barbara Pigazzi, giunta adesso alla sperimentazione dell’idioma video e, dunque, con una consapevolezza nuova, non già e non solo da un punto di vista formale, quanto, espressiva. Il cortometraggio, di matrice sperimentale, sospinge l’osservatore ad immergersi – anche grazie alla musica composta ad hoc da Luca Spaggiari, leader dei Fargas – in maniera immaginifica in un’opera che sceglie di non essere riconoscibilmente narrativa quanto, piuttosto, concettuale e legata alla valenza di immagini in movimento capaci di farsi metafora dell’abbandono, mediante il tramite della perfomance, ripresa e relativizzata.
Il corpo femminile, difatti, assume ruolo principe di latore ideale ed universale. In grado di contenere, come uno scrigno, al suo interno, sofferenze e desiderata dell’eterno femminino. Non esserci pone lo sguardo in una dimensione altera – la rarefatta Laguna di Venezia – ove universale e particolare, come per una strana alchimia, si fondono. Generando quell’attraversamento tra ombre e anima indicato dal titolo della mostra e in cui ‘esserci o non esserci’ assume il valore di un quesito esistenziale, sospeso.
L’intera mostra, suddivisa tra due diversi piani architettonici, in verità, si presta ad un approccio suddiviso anch’esso su differenti piani di lettura. Seppur profondamente innervati tra loro. La volontà di Barbara Pigazzi di cogliere e catturare, eternare, oseremmo dire, la pura ed armonica essenza di verità umane, la cui forza si cela, spesso, nella debolezza, suggerisce una sorta di invisibile sequenzialità, come se ogni fotografia od ogni frame video fossero il tassello di una più ampia storia in cui bellezza, fragilità, dolore e rigenerazione si missassero lasciando entrare, in un territorio inviolato, il pubblico.
Il dialogo fruitivo, dunque, si apre a scenari ontologici pressoché infiniti ed in fieri. Rimodulabili ad ogni nuovo sguardo, ad ogni nuova relazione soggettiva che si originerà tra opere e soggetto astante; l’incontro più indissolubile sarà non già e non solo tra la percezione retinica e l’oggetto-opera quanto tra l’universo delle idee, la materia del pensiero e il mondo sensibile del corpo e della sua materialità, intesa quale superficie sensuale e filosofica da cui trarre insegnamento.
THROUGH THE SHADOW AND THE SOUL
di Barbara Pigazzi
A cura di Francesca Interlenghi
Fino al 2 aprile 2021
Milano, Spazio Kryptos | Via Panfilo Castaldi 26
NON ESSERCI |2020 cortometraggio dur. 8.02
Regia Barbara Pigazzi
Performer Francesca Interlenghi