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Abel Ferrara legge le poesie di Gabriele Tinti ispirate al Bramante

Abel Ferrara, screenshot Abel Ferrara, screenshot
Abel Ferrara reads Gabriele Tinti, Brera
Abel Ferrara reads Gabriele Tinti, Brera

Nel contesto di Versi in fuga, l’iniziativa della Pinacoteca di Brera che unisce arte e poesia, Abel Ferrara legge delle poesie di Gabriele Tinti ispirate al Cristo alla Colonna (1490 ca) di Donato Bramante.

Le star di Hollywood entrano nelle maggiori istituzioni museali del mondo, non solo in visita e non più soltanto come soggetti delle opere d’arte contemporanea, ma per accompagnarci nell’emozione e nella fruizione dei capolavori esposti.

Questo grazie a Gabriele Tinti, poeta, scrittore e critico d’arte, che dal 2018 con il suo progetto Rovine dedica poesie alle grandi opere artistiche del passato, recitate da importanti attori del calibro di Kevin Spacey – Abel Ferrara, Stephen Fry, Malcolm McDowell, Joe Mantegna, Marton Csokas, Robert Davi, Burt Young, JamieMc Shane, Franco Nero, Luigi lo Cascio, Alessandro Haber, Michele Placido… al Metropolitan Museum of Art e al MOMA di New York, al J. Paul Getty Museum ed al LACMA di Los Angeles, al British Museum di Londra, al Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo e a Palazzo Altemps, alla Gliptoteca di Monaco, ai Musei Capitolini, al Museo dell’Ara Pacis, al Museo Archeologico di Napoli, al Parco Archeologico del Colosseo, che gli ha commissionato una serie di testi ad evocazione della statuaria presente nel Foro e nella Domus Aurea.

Abel a Brera, courtesy Mauro Maglione-min
Abel a Brera, courtesy Mauro Maglione

Il 21 marzo, Giornata Mondiale della Poesia, la Pinacoteca di Brera di Milano ha trasmesso sul suo sito il video del reading (in inglese) di Abel Ferrara delle poesie di Gabriele Tinti ispirate al Cristo alla Colonna (1490 ca) di Donato Bramante. Nel filmato (qui il link per rivederlo), naturalmente, si possono ammirare le opere d’arte. Il lavoro del Bramante, l’unico dipinto ad olio su tavola di lui conosciuto, commissionato dall’Abbazia di Chiaravalle, ritrae in primo piano, estremamente ravvicinato, il Cristo, in attesa di essere flagellato, legato a una raffinata colonna, con motivi ornamentali vegetali, che si estende oltre i limiti dell’opera. L’illusione dello spazio è magistrale, suggerendo l’esistenza di un grande ambiente sorretto da altre colonne che tuttavia non vediamo, così come non scorgiamo i flagellatori.

Dovizia di dettagli (il cappio  al collo, le carni strette alle corde, le lacrime, i riflessi della luce…) per un forte realismo psicologico, sottolineato dalla doppia illuminazione, centrale, da sinistra a destra e dalla finestra dipinta sullo sfondo, sul cui davanzale si trova una pisside d’oro, richiamo all’Eucarestia. Si tratta dell’opera migliore di Bramante in pittura, che sa di Leonardo Da Vinci per la resa dei moti dell’animo, la scuola urbinate per il modellato del corpo e i fiamminghi per la minuzia dei particolari e il paesaggio che sfuma in lontananza.

Gabriele Tinti, Brera
Gabriele Tinti, Brera

La recitazione di Abel Ferrara, sommo regista di “L’angelo della vendetta”, “King of New York”, “Fratelli”, “The addiction”, “Il cattivo tenente” e tanti altri, con la sua voce roca e graffiante trasmette un senso di angoscia sottile e ansia latente. Il poeta si è ispirato alle formule degli Improperia del Venerdì Santo, dalle Profezie di Isaia e Geremia, che immaginano i rimproveri di Gesù al suo popolo responsabile della Crocifissione.

Parole che pesano come macigni:

Tell us how to do it
to turn away
to mingle with the earth,
to go slowly up in smoke

 

Diccelo tu come si fa
a volgersi altrove
a mescersi con la terra,
ad andare piano in fumo

“Fugi. Tene me” (“Sono scappato. Tienimi stretto”), in latino, da un collare in bronzo conservato alle terme di Diocleziano al Museo Nazionale Romano.

Abel Ferrara, screenshot
Abel Ferrara, screenshot

E’ il dramma, ma l’uomo riesce ugualmente a domandarsi quale sia il significato di ciò che accade e del dolore:

Suffer then!
What is the meaning in you?

 

Soffri dunque.
Qual è il senso in te?

Per Tinti, allora, l’opera d’arte sacra è immagine ed emblema del Mistero. I flagellatori potremmo essere noi tutti che osserviamo la scena terribile.

Il video va ad arricchire la notevole offerta di contenuti digitali della Pinacoteca, attualmente chiusa al pubblico per le restrizioni dovute all’emergenza sanitaria. La sofferenza che vi aleggia ben si accompagna ai sacrifici dei nostri giorni pandemici.

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