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Artemisia Gentileschi superstar. Il Getty di Los Angeles acquisisce il dipinto “Lucrezia”

Artemisia Gentileschi, Lucrezia, 1627circa, olio su tela, 92,9 x 72,7 cm (J. Paul Getty Museum, particolare) Artemisia Gentileschi, Lucrezia, 1627circa, olio su tela, 92,9 x 72,7 cm (J. Paul Getty Museum, particolare)
Artemisia Gentileschi, Lucrezia, 1627circa, olio su tela, 92,9 x 72,7 cm (J. Paul Getty Museum, particolare)
Artemisia Gentileschi, Lucrezia, 1627circa, olio su tela, 92,9 x 72,7 cm (J. Paul Getty Museum, particolare)

La Lucrezia di Artemisia, acquisita da uno sconosciuto venditore privato, sarà in mostra “nelle prossime settimane”, non appena il museo potrà riaprire al pubblico

Il suo successo come pittrice di soggetti storici potenti e drammatici è tanto più notevole alla luce dell’abuso e il pregiudizio che subì nella sua vita personale. E che è palpabilmente presente nel suicidio di Lucrezia, e in altri suoi dipinti in cui il protagonista centrale è una donna maltrattata o abusata”. Era inevitabile che negli USA divenuti tempio del politically correct le note drammatiche vicende di Artemisia Gentileschi trovassero terreno fertile. Ben al di là di quanto siano storicamente significative. E infatti il direttore del Getty Museum di Los Angeles, Timothy Potts, non perde occasione per aggiungere che “la ‘Lucrezia’ di Artemisia aprirà una finestra per i nostri visitatori su importanti questioni di ingiustizia, pregiudizio e abuso che si trovano al di sotto delle superfici accattivanti di tali opere“.

 

Artemisia Gentileschi, Lucrezia, 1627circa, olio su tela, 92,9 x 72,7 cm (J. Paul Getty Museum)
Artemisia Gentileschi, Lucrezia, 1627circa, olio su tela, 92,9 x 72,7 cm (J. Paul Getty Museum)

Inconsapevolmente mettendole clamorosamente in secondo piano, tali “superfici accattivanti”. Va detto che la figura della Gentileschi attirò l’attenzione delle femministe già negli anni ’70, quando la storica dell’arte Linda Nochlin indagò il suo lavoro per un articolo intitolato “Perché non ci sono state grandi artiste?“. Ma qual è lo spunto per l’accorata lectio? È l’acquisto da parte del Getty, appunto, dell’opera intitolata “Lucrezia”, dipinta da Artemisia in onore dell’eroina romana che uccisasi dopo essere stata violentata. E tanto più significativo perché realizzata intorno al 1627, anno in cui lei stessa fu vittima della nota violenza sessuale da parte del pittore Agostino Tassi. Il Getty Museum, che ha acquisito il dipinto da uno sconosciuto venditore privato, ha annunciato che l’opera sarà in mostra “nelle prossime settimane”. Non appena il museo potrà riaprire al pubblico.

https://www.getty.edu/museum/

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