Versus Medici sarà esitata da Sotheby’s il 12 maggio 2021. Ma qual è la storia dietro al dipinto di Jean-Michel Basquiat? E quale il suo significato?
Dipinto nel 1982, Versus Medici è uno dei primi capolavori certificati di Jean-Michel Basquiat. Il dipinto viene completato nello stesso anno di Untitled (opera che detiene il record di vendita in asta per l’artista) e poco dopo la partecipazione dell’artista alle mostre Times Square Show del 1980 e New Wave al PSI nel 1981, entrambe a New York. E in qualche modo sono proprio queste due esposizioni a innescare gli eventi propedeutici alla realizzazione di Versus Medici.
Forte di questo precoce successo infatti, Basquiat nel 1981 viene invitato da Emilio Mazzoli per un solo show a Modena. Qui il writer rimane affascinato dal Rinascimento italiano, toccando con mano il lascito della famiglia Medici, storici mecenati di generazioni e generazioni d’artisti.
Da sempre autodidatta, Basquiat riusce ad assorbire in breve tempo la miriade di influenze e vicende artistiche con cui entra in contatto in Italia. Dove, successivamente, torna più volte. Per esempio nel 1982, quando si reca a Roma per visitare la galleria di Mario Diacono. Qui trova varie suggestioni artistiche, che fa poi confluire in opere come Florence, In Italian, e il grande dipinto Toussaint L’Ouverture versus Savonarola. Entrambe le opere narrano gli sforzi insurrezionali di due figure politiche molto diverse: uno è lo schiavo liberato noto come il ‘Padre di Haiti’, l’altro il Frate domenicano che nel XV secolo mise in crisi l’egemonia dei Medici a Firenze.
In un modo, se vogliamo, analogo, Basquait in Versus Medici prende le redini della storia dell’arte occidentale. Lo fa autoincoronandosi erede della tradizione rinascimentale. Lui, figlio di immigrati originari di Haiti e Porto Rico, diviene successore di secoli e secoli di pittura storicizzata. Una presa di posizione che scaturisce dall’esclusione -artistica e sociale- sistematicamente perpetrata su base razziale dalle istituzioni e dalla critica. Un gesto ideale che l’artista riesce a tradurre in pratica con l’intensità e la forza visiva del suo stile iconico e totalmente personale.
Dopo aver visitato, tra gli altri, il Brooklyn Museum e il Metropolitan Museum of Art di New York, Basquiat aveva infatti notato l’assenza di Black representation all’interno della storia dell’arte ufficiale. Così, in Versus Medici, Basquiat si pone come eroico oppositore della più grande dinastia di mecenati della storia europea, confrontandosi proprio con il canone artistico che i Medici hanno contribuito a plasmare. Particolarmente esplicito il titolo, attraverso cui Basquiat dichiara l’obiettivo finale: inserirsi nella storia dell’arte cambiandola per sempre.
I Medici diventano così rappresentanti della storia dell’arte occidentale intera, dell’establishment che anche nella New York anni ’80 continua regolare il sistema artistico. La figura che domina l’opera è quindi un eroe pronto a opporsi alla narrazione predominante attorno all’arte, troppo spesso un sistema che si è legittimato attraverso l’esclusione. Basquiat è, ovviamente, l’artista in cui questa figura si concretizza.
Una posizione coraggiosa ed estrema, che viene certificata anche dalla scritta posta nell’angolo in alto a destra della composizione. Il termine greco Aopkehsks potrebbe essere un’ellenizzazione del faraone egiziano Amenhotep, sovrano idealizzato tanto da essere considerato al pari di una divinità. Così facendo Basquiat posiziona la sua figura come vessillo della volontà divina. Non c’è dubbio, dunque, che la figura nel dipinto sia raffigurata come un eroe vendicatore della storia dell’arte.