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Artista, scenografa, costumista, scrittrice. La multiforme magia onirica di Leonor Fini in mostra a Trieste

L. Fini - Figura con gatto, anni '70 - litografia - cm 52x74 - coll. privata, Trieste - © Marianna Accerboni L. Fini - Figura con gatto, anni '70 - litografia - cm 52x74 - coll. privata, Trieste - © Marianna Accerboni
L. Fini - Figura con gatto, anni '70 - litografia - cm 52x74 - coll. privata, Trieste - © Marianna Accerboni
L. Fini – Figura con gatto, anni ’70 – litografia – cm 52×74 – coll. privata, Trieste – © Marianna Accerboni

Una mostra celebra la grandissima Leonor Fini (Buenos Aires 1907 – Parigi 1996). Pittrice surrealista, costumista, scenografa, incisore, illustratrice e scrittrice, un talento multiforme che Trieste commemora a 25 anni dalla morte, a cura di  Marianna Accerboni, al Polo museale del Magazzino 26 in Porto Vecchio. Leonor Fini. Memorie triestinepropone dal 26 giugno al 20 agosto 2021, una rilettura del tutto inedita della personalità e della creatività dell’artistaanalizzando il suo intenso e fondamentale rapporto con la città d’origine della madre. Trieste appunto, dove Malvina Braun condusse la figlia all’età di un anno e dove Leonor si formò sul piano artistico culturale e su quello umano e personale fino all’età di circa vent’anni, rimanendovi sempre molto legata.

Leonor Fini - Figura femminile con gatti - 1989 - tecnica mista su carta - cm. 43x31- coll. privata, Trieste - © Marianna Accerboni
Leonor Fini – Figura femminile con gatti – 1989 – tecnica mista su carta – cm. 43×31- coll. privata, Trieste – © Marianna Accerboni

L’esposizione rivela, oltre al risvolto più intimo e privato della Fini, anche un approfondimento sul clima culturale della Trieste del Novecento. Qui lei visse nella casa materna, sempre in compagnia di un gatto, che sarebbe divenuto poi il leitmotiv principe della sua arte, e a stretto contatto con il colto milieu internazionale e d’avanguardia che connotava la città all’epoca, frequentando assiduamente personaggi triestini suoi coetanei, che sarebbero divenuti famosi a livello internazionale, quali per esempio il futuro gallerista Leo Castelli, il famoso critico, estetologo e artista Gillo DorflesBobi Bazlen, il grande traghettatore della letteratura dell’Est europeo in Italia, e il pittore Arturo Nathan, accanto a Italo Svevo e Umberto Saba.

Leonor Fini, Parigi anni '50 - coll. privata, Trieste - © Marianna Accerboni
Leonor Fini, Parigi anni ’50 – coll. privata, Trieste – © Marianna Accerboni

In mostra sono presenti una sessantina tra disegni, acquerelli, oli, chine e incisioni, quasi tutti inediti, e un rarissimo libro contenente 49 riproduzioni di straordinari disegni a colori, in cui la Fini reinterpreta la figura del gatto, che lei considerava una sorta di divinità, in chiave favolistica, trasformando i felini nei personaggi più disparati, come in una sorta di inesauribile, magico racconto fantastico. Tra le opere esposte compaiono i lavori donati da Leonor alla cugina triestina Mary Frausin, cui l’artista era legatissima, e la ricca collezione di opere – molte fuori commercio e prove d’autore – regalate all’amico triestino Giorgio Cociani, al quale la pittrice era unita dalla passione per i gatti e con il quale aveva intrattenuto per circa vent’anni una fitta corrispondenza. E quasi una trentina fra lettere e cartoline inedite, spesso “istoriate” dall’artista con disegni e collage, inviate a Cociani, vengono ora esposte accanto a importanti e rari libri d’arte a lei dedicatiaffiche di sue prestigiose personali, documenti, foto e a una vasta e pluridecennale rassegna stampa italiana e straniera, che sarà consultabile dai visitatori. Presenti inoltre alcune lettere di Nathan, alcuni stralci di lettere di Gillo Dorfles, altra corrispondenza e una decina di preziosi capi d’abbigliamento appartenuti alla Fini.

Leonor Fini - Pâtisseries - 1929 circa - olio su tavola - cm. 25.8x34.8 - coll. privata - © Marianna Accerboni
Leonor Fini – Pâtisseries – 1929 circa – olio su tavola – cm. 25.8×34.8 – coll. privata – © Marianna Accerboni

Lungo il percorso espositivo sono messi in dialogo anche tre dipinti molto importanti: uno della Fini, uno di Nathan e uno di Dorfles, a testimoniare simbolicamente la loro affinità elettiva, la pittura introspettiva e visionaria che li accomunava e la loro grande amicizia. Nella stessa ottica di approfondimento e comparazione delle tre personalità, sarà esposta un’indagine grafologica e letteraria dei loro scritti. Di grande interesse anche la sezione che comprende una ventina di rare porcellane e bozzetti con motivo di figure femminili mascherate e maschere carnevalesche policrome, decorate intorno al ’51 mediante decalcomanie tratte da disegni della Fini per la Società Ceramica Italiana (S.C.I.) di Laveno-Mombello (Varese): una vera chicca, poiché finora tali manifatture non sono mai state citate nei numerosi cataloghi dedicati all’artista.

Leonor Fini - Luna - 1982 - olio su tela - cm. 60x73 - coll privata, Trieste - © Marianna Accerboni
Leonor Fini – Luna – 1982 – olio su tela – cm. 60×73 – coll privata, Trieste – © Marianna Accerboni

A completare il percorso ci sono un video ideato dalla curatrice con interviste inedite a parenti e amici triestini della Fini – tra quest’ultimi Gillo Dorfles e Daisy Nathan, sorella del pittore – e una sezione filmografica curata dal regista belga Yves Warson.

Leonor Fini - Ballerina al banco - anni ‘60 - acquerello - cm. 60x40 - coll. Giulietta Frausin, Trieste - © Marianna Accerboni
Leonor Fini – Ballerina al banco – anni ‘60 – acquerello – cm. 60×40 – coll. Giulietta Frausin, Trieste – © Marianna Accerboni

LEONOR FINI. MEMORIE TRIESTINE

DOVE: Polo museale del Magazzino 26· Porto Vecchio · Trieste
QUANDO: 26 giugno · 20 agosto2021
ORARIO: mercoledì e giovedì 10 · 13 e 17 · 20 / venerdì e sabato 10 · 13 e 17 · 22 / domenica 11 · 13

e 17 · 21 · lunedì e martedì chiuso (autobus linea 6, fermata Polo museale)
A CURA DI: Marianna Accerboni

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