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Il caso Varani, Roma e il dubbio dell’indulgenza: La città dei vivi di Nicola Lagioia

Gabriele Basilico, Roma, 1989 - Courtesy Fondazione MAXXI Gabriele Basilico, Roma, 1989 - Courtesy Fondazione MAXXI
Nicola Lagioia, La città dei vivi, Einaudi
Nicola Lagioia, La città dei vivi, Einaudi

Ne La città dei vivi (Einaudi 2020) Nicola Lagioia fa un lavoro eccezionale:racconta con la scioltezza della narrativa uno dei casi di cronaca nera più crudi degli ultimi anni; il delitto del ventitreenne Luca Varani per mano di Manuel Foffo e Marco Prato, due giovani della media borghesia romana. Nel marzo 2016, dopo una tre giorni di droga e alcol no-stop, che fa perdere loro il senso del tempo e il lume della ragione, i due ragazzi invitano Varani nell’appartamento di via Igino Giordani con la promessa di un guadagno facile, quel Lucapreda semplice perché sempre a corto di soldi. Gli offrono cocaina, lo drogano con l’Alcover e quando perde i sensi lo picchiano fino ad ammazzarlo.

Foffo e Prato erano quasi conoscenti, avevano passato qualche notte insieme all’inizio dell’anno, ma erano stati quei tre giorni a creare tra loro un sodalizio che li rendeva l’uno dipendente dall’altro, uno vittima dell’altro; per poi rinnegarsi davanti alle autorità. Si accusaneranno poi vicendevolmente del delitto eFoffo arriverà a commissionare il pestaggio di Prato in carcere. Ma il romanzo-reportage non si concentra sul delitto in maniera morbosa: oltre ai tre ragazzi,Lagioia, dà voce alla famigliaFoffo, ai Prato e ai Varani, alla fidanzata di Luca, Marta Gaia, e a tutti coloro che hanno intercettato la vita dei protagonisti per provare a rendere più completo il quadro della situazione.

Lo scenario costante che prende forma, e a cui, in qualche maniera, si attribuiscono buona parte delle responsabilità dell’orrore umano è Roma. Una Roma organica, caotica, brulicante di individui che si nascondono e agiscono nell’ombra,dietro all’immensa storia della città, consapevoli che la Capitale ha visto storie peggiori e supererà queste come ha superato le altre. Roma è essa stessa parte del processo di degradazione della società nel suo essere mal gestita, sporca, incurante; la città vede tutto, ma copre con indulgenza ciò che accade. E tuttitraggono benefici dal velo che riveste la città, dai più giovani ai più anziani, dalle borgate ai quartieri borghesi, dalle classi di politici ai turisti, nascondendo atti e pensieri. “Ci sono le città dei vivi, popolate da morti. E poi ci sono le città dei morti, le uniche dove la vita abbia ancora un senso”.

C’è un ulteriore protagonista che appare, scompare, e che vive il proprio conflitto personale con Roma: Nicola Lagioia. L’autore scappa, poi torna come per un conto in sospeso, ma sente quanto la stessa città sia marcia e malefica, ma non riesce a farne a meno.Per l’umanità narrata, che poi siamo tutti noi, non c’è salvezza, non c’è soluzione, ma al tempo stesso tutti sopravvivono nel venire a patti con gli angoli più bui di loro stessi. Lagioia in primis, e a seguire ciascuno dei suoi protagonisti e dei suoi lettori.

Gabriele Basilico, Roma, 1989 - Courtesy Fondazione MAXXI
Gabriele Basilico, Roma, 1989 – Courtesy Fondazione MAXXI

C’è anche l’evidenza di quanto siano le relazioni, soprattutto familiari, a determinare scelte e azioni di ciascuno: l’assenza delle madri di Foffo e Prato in carcere, le presenze ingombranti dei padri dei due, le amicizie superficiali che sembrano non conoscere davvero i protagonisti. La fidanzata di Varani, Marta Gaia, scopre al momento della morte che Luca si prostituiva con frequenza, e che gli amici lo sapevano. E in un dialogo con Savino Guglielmi – legale di Marta Gaia -Lagioia non biasima la ragazza, anzi, si domanda lui stesso quanto si possano conoscere i nostri medesimi compagni o gli amici più vicini.

C’è distanziamento e indulgenza, ricerca di comprensione per le azioni di Foffo e Prato, non per l’atto ma per ciò che li ha mossi, per la loro natura umana. Non c’è giudizio scagliato, anzi: Lagioia sottolinea in più punti quanto invece si stata feroce e superficiale l’opinione pubblica (con i giornalisti in prima linea), nel giudicare le persone e non i fatti.

La città dei vivi è un libro completo e complesso che mostra le infinite sfaccettature dell’uomo, nelle sue debolezze e nelle sue accettazioni sulla vita. Non è un libro facile da digerire, ma pieno di spunti ai quali attingere per indagare quando la ragione non guida più l’uomo ma lascia spazio agli istinti più bestiali dell’animo umano.

Titolo: La città dei vivi

Autore: Nicola Lagioia

Editore: Einaudi

Genere: Narrativa

Anno di pubblicazione: 2020

Pagine: 472

Prezzo: 22 €

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