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Cimabue, Giotto, Arnolfo. A Ravenna le arti al tempo di Dante IMMAGINI

Cimabue, Madonna col Bambino (particolare) Cimabue, Madonna col Bambino (particolare)
Cimabue, Madonna col Bambino (particolare)
Cimabue, Madonna col Bambino (particolare)

A Ravenna una mostra non ampissima ma di livello elevatissimo e di respiro internazionale. Un percorso espositivo che segue le tappe dell’esilio dantesco

Quali furono gli artisti conosciuti da Dante, o che ne influenzarono in qualche modo il pensiero? Impossibile documentarlo, difficile anche tentare una costruzione empirica, stante l’assenza di testimonianze dirette e specifiche. Si mette alla prova in grande stile Ravenna, che nell’anno del settimo centenario dantesco inaugura la grande mostra Dante. Gli occhi e la mente. Le Arti al tempo dell’esilio. E lo fa per mano del curatore Massimo Medica, noto studioso di arte medievale che riesce a scovare inattesi spiragli “artistici” nelle pieghe delle opere dantesche.

 

Arnolfo di Cambio, Busto di Bonifacio VIII (calco in gesso)
Arnolfo di Cambio, Busto di Bonifacio VIII (calco in gesso)

Ne esce fuori una mostra non ampissima (ma questo era un desiderio del curatore, l’effetto “scrigno”), ma di un livello elevatissimo e di respiro internazionale. Ne sono testimonianza i prestatori, che vanno dal Musée du Louvre alla Galleria degli Uffizi, dai Musei Vaticani alla Galleria Nazionale dell’Umbria. L’antica chiesa camaldolese di San Romualdo accoglie dunque un percorso espositivo che segue le tappe dell’esilio dantesco, attraverso una raffinata selezione di opere fondamentali dei più importanti artisti del tempo di Dante. Spesso legate a doppio filo alle nobili famiglie che gli dettero accoglienza nel suo peregrinare.

 

Giotto, Pilittico di Badia (particolare)
Giotto, Pilittico di Badia (particolare)

A far da fulcro al percorso è simbolicamente l’imponente Busto di Bonifacio VIII, personaggio chiave nella vicenda politica e quindi biografica del Sommo Poeta. È il calco dell’opera di Arnolfo di Cambio, prestata dalla Fabbrica di San Pietro, in Vaticano. A documentare il momento fiorentino sono opere di Cimabue e dell’allievo Giotto, seguite da altri importanti nomi come Giovanni e Giuliano da Rimini. E poi un’importante sezione scultorea con lavori di Nicola Pisano e ancora Arnolfo di Cambio, fra gli altri. Notevole anche la presenza di preziosi capolavori dell’oreficeria e della miniatura. Piccolo rilievo: una sede un po’ troppo angusta per un allestimento un po’ costretto. Peccato per tanti capolavori che avrebbero beneficiato di maggio respiro. Ma nel complesso una mostra da non perdere.

 

Maestro veneziano-ravennate, Madonna in trovo con Bambino, in prestito dal Louvre
Maestro veneziano-ravennate, Madonna in trovo con Bambino, in prestito dal Louvre

Dante. Gli occhi e la mente. Le Arti al tempo dell’esilio
8 maggio – 4 luglio 2021
Chiesa di San Romualdo – Ravenna, Via Baccarini 7
www.mar.ra.it

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