Brescia presenta la sua nuova veste in occasione del Brescia Photo Festival | PATRIMONI. 17 mostre declinano il concetto di patrimonio e celebrano i rinnovati spazi del Museo di Santa Giulia e del Brixia. Parco Archeologico di Brescia Romana. A catalizzare l’attenzione sono il ritorno della Vittoria Alata e la mostra Alfred Seiland. IMPERIVM ROMANVM. Fotografie 2005-2020.
La parola chiave è Patrimoni. Tangibili, intangibili, antichi, contemporanei. Quante forme può assumere questo concetto? Probabilmente è impossibile ridurre a definizione precisa l’insieme di beni e valori che contribuiscono a identificare culturalmente uno specifico contesto. Dall’8 maggio al 17 ottobre 2021, a Brescia, è però possibile farne un’approfondita ed eterogena esperienza.
L’occasione è il Brescia Photo Festival | PATRIMONI. Un programma di mostre ed eventi fotografici interamente dedicato ai patrimoni culturali, archeologici e storici interpretati dall’obiettivo di autori quali Elio Ciol, Donata Pizzi, Gianni Berengo Gardin, Maurizio Galimberti, Giovanni Gastel, Franco Fontana, Federico Veronesi e altri ancora.
Il tema di quest’anno, Patrimoni appunto, prende spunto dal più grande patrimonio artistico della città, che è da poco ritornato in città dopo il restauro a cura dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze: la Vittoria Alata. Statua in bronzo di epoca romana, nonché portavoce culturale della città. Il festival ne celebra il ritorno e la nuova collocazione nell’area archeologica di Brixia. Parco Archeologico di Brescia Romana.
Ma le novità non si esauriscono qui. Lo storico complesso del Museo di Santa Giulia vede infatti inaugurati i nuovi spazi espositivi del cosiddetto Quadrilatero rinascimentale. Si tratta delle gallerie alte del Monastero, il quale vede finalmente completato il percorso di visita, ora organico e fluido. Ed è qui che prende il via il Brescia Photo Festival, con ben 5 delle 17 mostre che compongono l’evento ospitate dal museo in questione.
Tra queste spicca l’esposizione forse più attesa del programma: Alfred Seiland. IMPERIVM ROMANVM. Fotografie 2005-2020. Si tratta della prima retrospettiva italiana per il fotografo austriaco nato nel 1952, che porta a Brescia un’ampia selezione di opere (136) capaci di interpretare il soggetto archeologico nella sua contemporanea quotidianità.
Sono quaranta i paesi che Seiland ha attraversato per illustrare – con fotografie talvolta iperrealiste e pop, talvolta simboliste e minimali – l’inestricabile e vitale rapporto tra le tracce residue della cultura romana e i luoghi della modernità. Ne emerge surreale un dialogo tra le antiche glorie monumentali e i moderni tessuti urbanistici, gli spazi del turismo di massa, dello sport e della cultura del tempo libero. Appare chiaro dunque come il patrimonio si configuri come primo mattone dell’immaginario collettivo, una sorta di minimo comune denominatore continentale tra passato, arte moderna e architettura contemporanea.
Tra i paesi che ha attraversato – tutti appartenenti all’antico Impero Romano – ci sono Palmira, Samaria, Epidauro e altri importanti siti archeologici. Tra questi non poteva mancare quello di Brescia, presente in mostra con 6 scatti inediti realizzati tra il 2019 e il 2020.