Tredici opere possono raccontare una vita? Difficile forse, ma non impossibile. Di certo sono sufficienti a tracciare l’evoluzione del percorso artistico di Titina Maselli, in mostra alla Galleria Eduardo Secci, Firenze, dall’8 maggio al 31 luglio 2021.
Curata da Alberto Fiz, l’esposizione dedicata a Titina Maselli inaugura un ciclo di mostre dedicate alla rivisitazione storica e critica del XX secolo. secolo. Inoltre, inaugura in coincidenza con il progetto Étoile. Titina Maselli, Salvatore Ferragamo e il mito di Greta Garbo presentato dal Museo del Novecento di Firenze.
La retrospettiva si sofferma dunque su Titina Maselli (1924-2005), artista di prima fascia nel panorama italiano del Novecento. Pittrice, attrice e scenografa, Maselli è riuscita a sviluppare un linguaggio personale e del tutto riconoscibile, concentrandosi su temi quali il paesaggio urbano, i pugili e i calciatori. Sono proprio questi i soggetti con cui meglio ricordiamo lo stile espressivo dell’artista.
Il suo primo guizzo è indubbiamente di stampo futurista, ma come sottolinea il curatore: «la modernità dell’artista romana sta nella sua capacità d’indagare il flusso dinamico che attraversa le cose creando un campo energetico in perenne trasformazione».
Si parte quindi dagli anni ’40, dall’influsso della Scuola Romana riscontrabile nell’attenzione per gli oggetti d’uso quotidiano (Macchina da Scrivere, 1947) e l’atmosfera domestica (Pianoforte con ragazzo (Citto), 1936). A completare il primo ambiente della galleria, Albero della notte, un’opera particolarmente emblematica del 1955 che sembra presagire la scomparsa della natura come tematica autonoma.
Fa infatti capolino nell’immaginario dell’artista la figura dello sportivo.
Ecco quindi Calciatore verde (1950 ca.), la cui composizione prefigura l’indagine successiva sulla relazione tra corpo e spazio, che Titina Maselli intraprende durante il soggiorno newyorkese. Non a caso, in quegli anni, la pittrice parla di “quadro vivente con lo stadio intorno al calciatore o, piuttosto, il grattacielo intorno al boxeur”. Qui riuniti troviamo altri tre dipinti di grande potenza espressiva: Calciatore rosso (1970 ca.), Calciatori in Corsa (2002) e Boxeurs (2002).
Il terzo ambiente è dominato da un unico lavoro spettacolare, Elevated Grattacieli / Calciatore ferito (1984), un dittico di quattro metri che costituisce un’ulteriore svolta linguistica determinata dall’attenzione verso temi atmosferici, dove la figura del calciatore sviluppa una sinergia con il paesaggio urbano in un continuo divenire che sembra mutare in relazione con il nostro sguardo.
Dinamismo, azione, corpi e interferenze intorno al paesaggio urbano, sono alcuni degli aspetti che caratterizzano il percorso di Titina Maselli costringendo lo spettatore ad interrogarsi su una ricerca che ha saputo catturare la modernità nella sua mutevolezza e precarietà.